Collezione Crespi di fondi d’oro, Museo diocesano di Milano

Reale e unica nel panorama dei musei milanesi, la collezione Fondi Oro è stata donata al Museo dal giurista milanese Alberto Crespi e allestita dall’architetto Giovanni Quadrio Curzio. I tavoli, un importante esempio di intento collettivo unitario, riflettono lo spirito colto della collezione lombarda, che è sempre stata aperta non solo alla produzione artistica locale, ma in questo caso soprattutto ad altre scuole.

Le quarantuno opere, eseguite tra il XIV e il XV secolo principalmente nelle aree toscana e umbra, ma non solo, riflettono i momenti fondamentali dello sviluppo della pittura italiana, con specifico riferimento ai soggetti sacri. Tra gli artisti principali ci sono i fiorentini Bernardo Daddi Nardo di Cione, Agnolo Gaddi, di formazione Giotto, Gherardo Starnina, figura emblematica del tardo gotico a Firenze e il senese Taddeo di Bartolo e Sano di Pietro, oltre ai veneziani Paolo Veneziano e Lazzaro Bastiano.

Punti salienti
La raccolta di 41 fondi d’oro, effettuata tra il XIV e il XV secolo, per la maggior parte delle aree toscane e umbre, donata dal collezionista Alberto Crespi, rappresenta una caratteristica unica nel panorama museale milanese. Questa sezione mostra le tabelle di Bernardo Daddi, Gherardo Starnina e Sano di Pietro, tra cui:

Bernardo Daddi Attivo a Firenze dal 1320 ca. al 1348 Santa Cecilia Tempera su pannello, 89,5 x 49,5 cm
Il pannello faceva certamente parte di un polittico realizzato intorno al quarto decennio del XIV secolo per la cappella dei santi Bartolomeo e Lorenzo della chiesa fiorentina di Santa Maria del Carmine. Racchiuso in un ambiente moderno, Santa Ceciliait è girata a destra, con un mantello grigio-blu con risvolti gialli che si stagliano sull’abito rosa, mentre nella mano destra regge il lungo e affusolato palmo del martirio. All’immagine del santo, ritagliata sullo sfondo dorato da un chiaro disegno di contorno, l’artista dona un aspetto di raffinata eleganza: il viso con un’espressione gentile è delicatamente modellato e circondato da una ghirlanda di fiori bianchi e rossi.

Nardo di Cione attivo a Firenze dal 1346/48 al 1365/1366 tempera a crocifissione su tavola, 106 x 48,5 cm
Il tavolo, con una cornice moderna, era originariamente la parte centrale di un tabernacolo o cuspide di un polittico: la sintesi della concentrazione espressiva e formale del dipinto permette di rimandarlo alla fase iniziale della maturità di Nardo di Cione, attivo a Firenze nella seconda metà del XIV secolo. L’influenza di Maso di Banco è evidente, trovata nei volumi compatti e semplificati delle due figure in lutto, e si nota anche un’eco dell’elegante ritmo narrativo delle opere di Bernardo Daddi.

Gherardo di Jacopo Neri detto Starnina Active a Firenze dal 1387 al 1412 Madonna dell’umiltà incoronata da due angeli tempera su pannello, 117,2 x 69,2 cm
Il pannello, databile intorno alla metà del primo decennio del XV secolo e destinato ad ornare il pilastro di una chiesa o l’altare di una nobile cappella, rappresenta la “Regina Humilitatis”, una rara variante del tema della Madonna dell’umiltà : la tradizionale rappresentazione della Vergine seduta a terra, il pittore ha aggiunto alle figure due angeli in volo che la incoronano. Il bambino, che afferra il velo della madre e succhia il dito, conferisce all’immagine un tono di intimità domestica e anche i gesti dei due angeli sottili in volo, che sollevano l’abito in modo che non si metta sulla loro strada, il la pittura cade in un’atmosfera di vita quotidiana.

Pittore lombardo attivo nei primi due decenni del XV secolo Sant’Ambrogio, tempera su tavola, 76 x 24 cm
Il tavolo con Sant’Ambrogio fa parte di una serie di 4 pannelli, simili per dimensioni, stile e punzonatura, che formavano i vani laterali di un polittico smembrato. La presenza di Ambrogio, raffigurata in un’abitudine episcopale con il flagello simbolo della lotta contro gli ariani, suggerirebbe l’origine di una chiesa nella diocesi milanese. L’intento di caratterizzare individualmente il viso, i valori lineari dei bordi dei capi, l’allungamento della figura e l’eleganza tardogotica si rifanno all’eclettico clima lombardo dei primi del Quattrocento. In linea con la tradizione lombarda è anche la punzonatura sul fondo, con un motivo a rombi che incornicia corolle di fiori stilizzati.

Lazzaro Bastiani Venezia 1430 ca. – 1512 Tempera di Santa Caterina d’Alessandria su pannello, 32,1 x 28,7 cm
Il tablet, insieme a San Girolamo con una suora della stessa collezione, probabilmente faceva parte di un antependium, purtroppo difficile da ricostruire. Santa Caterina, con un abito di broccato e un grande mantello, con la ruota e il palmo del martirio è rappresentata in una loggia con sottili pilastri appoggiati su un parapetto in muratura; alle sue spalle si sviluppa un paesaggio su uno sfondo dorato con una collina e un albero nel mezzo della pianura. La condotta pittorica è molto precisa e caratterizzata da una vibrante freschezza; lo sfondo arcaico dorato si fonde bene con le note naturalistiche in stile Bellini nella descrizione del paesaggio. L’opera può essere datata alla seconda metà del settimo decennio del XV secolo.

Museo Diocesano di Milano
Il Museo Diocesano di Milano è nato nel 2001 su iniziativa dell’Arcidiocesi di Milano con l’obiettivo di proteggere, valorizzare e far conoscere i tesori artistici della diocesi nel contesto del contesto spirituale che li ha ispirati. Dall’anno seguente è teatro dell’iniziativa Un capolavoro per Milano.

Il Museo Diocesano si trova nella cornice dei chiostri di Sant’Eustorgio, parte integrante di uno dei più antichi complessi monumentali di Milano, costruito dalle unità unite della basilica e del convento domenicano, un fiorente centro nel corso del secoli in una zona importante per la storia del cristianesimo milanese.

La collezione permanente è costituita da oltre settecento opere d’arte che abbracciano il periodo che va dal 4 ° al 21 ° secolo. All’interno della Galleria di Pittura dell’Arcivescovo si trovano le raccolte degli arcivescovi milanesi (parte dei Monti, Visconti, raccolta Riccardi e la raccolta completa di Erba Odescalchi). Oltre ai dipinti provenienti dalle chiese della diocesi, il Museo ospita un importante gruppo di opere di arredamento liturgico. Completano la collezione la sezione dedicata ai dipinti su pannelli in foglia d’oro (opere principalmente provenienti dalla sfera della Toscana del 14 ° e 15 ° secolo, raccolte dal Prof. Alberto Crespi e donate al Museo), e sculture e dipinti provenienti dalla collezione di Caterina Marcenaro. Infine, attorno a un primo nucleo di opere scultoree di Lucio Fontana,