Il geocritismo è un metodo di analisi letteraria e teoria letteraria che incorpora lo studio dello spazio geografico. Il termine indica una serie di diverse pratiche critiche. In Francia, Bertrand Westphal ha elaborato il concetto di géocritique in diverse opere. Negli Stati Uniti, Robert Tally ha sostenuto il geocritismo come una pratica critica adatta all’analisi di quella che ha definito “cartografia letteraria”.

L’attuale concetto di geocritici appartiene al professor Bertrand Westphal della Facoltà di lettere di Limoges, che gli ha dedicato numerose opere e manifestazioni scientifiche, tra cui l’articolo Per un approccio geocratico ai testi. La geocritica mira a essere una lettura interdisciplinare, un’interfaccia tra diverse discipline come letteratura, geografia, architettura, filosofia, geopolitica, urbanistica, che hanno tutte come oggetto di studio dello spazio. Il metodo dei geocritici è orientato in quattro direzioni: multifocalizzazione, polisensoriale, stratigrafia e intertestualità. Il geocritico è quindi una poetica dello spazio visto come un arcipelago in cui l’interazione tra spazi umani deve essere interpretata anche dal punto di vista della pluralità delle identità culturali.

Le precedenti analisi letterarie possono anche essere definite geocritiche e non sono state esplicitamente chiamate tali. Una delle pietre miliari del processo geocritico risiede nell’enfasi posta sull’interdisciplinarietà per affrontare e cercare di svelare la complessa interazione di relazioni che unisce i dati letterari con il mondo in cui vengono prodotti. Il privilegio accordato alla prospettiva spaziale rispetto alla prospettiva temporale, più usuale nella critica del ventesimo secolo, deve essere inteso come uno strumento per interpretare la letteratura come un fenomeno strettamente connesso con la realtà.

origini
Alcuni dei primi scritti espressamente geocriti sono emersi da simposi organizzati da Westphal all’Università di Limoges. Il saggio fondamentale di Westphal, “Pour une approche géocritique des textes” costituisce un manifesto per il geocritismo. La teoria di Westphal è approfondita nel suo Geocriticismo: Spazi reali e immaginari, tradotto da Tally, che fornisce anche una breve introduzione. Ma ci sono anche molte opere che affrontano temi simili e usano metodi simili che potrebbero essere considerati geocritici, anche se il termine “geocriticismo” non viene utilizzato.

Teoria
Nella teoria di Westphal, il geocriticismo si basa su tre concetti teorici: spazio-temporalità, trasgressività e referenzialità.

L’idea che lo spazio e il tempo formino un continuum (spazio-tempo) è un principio della fisica moderna. Nel campo della teoria letteraria, il geocritismo è un metodo interdisciplinare di analisi letteraria che si concentra non solo su dati temporali come le relazioni tra la vita e i tempi dell’autore (come nella critica biografica), la storia del testo (come nella critica testuale ), o la storia (come studiata dalla narratologia), ma anche sui dati spaziali. Il geocritismo ha quindi affinità con la geografia, l’architettura, gli studi urbani e così via; si correla anche con concetti filosofici come la deterritorializzazione.

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A seguito del lavoro di Michel Foucault, Gilles Deleuze, Henri Lefebvre e Mikhail Bakhtin, tra gli altri, un approccio geocratico alla letteratura riconosce che le rappresentazioni dello spazio sono spesso trasgressive, oltrepassando i confini delle norme stabilite e ristabilendo nuove relazioni tra persone, luoghi e cose. La cartografia non è più vista come la provincia esclusiva dello stato o del governo; piuttosto, vari agenti o gruppi possono essere responsabili della rappresentazione degli spazi geografici contemporaneamente e con effetti diversi. In pratica, quindi, il geocritismo è multifocale, esaminando contemporaneamente una varietà di argomenti, differenziandosi così da pratiche incentrate sul punto di vista singolare del viaggiatore o del protagonista.

Il geocritismo assume anche una referenzialità letteraria tra mondo e testo, o, in altre parole, tra il referente e la sua rappresentazione. Mettendo in discussione le relazioni tra la natura di un dato spazio e la sua condizione effettivamente esistente, l’approccio geocritico consente uno studio della finzione che punta anche alla teoria dei mondi possibili, come può essere visto nel lavoro sul terzo spazio dal geografo americano Edward Soja (terzo spazio). Il libro Spatiality di Tally, un’introduzione agli studi di spazialità nella letteratura e nella teoria critica, include un capitolo sul geocritismo.

Pratiche critiche
Il geocritismo spesso coinvolge lo studio dei luoghi descritti in letteratura da vari autori, ma può anche studiare gli effetti delle rappresentazioni letterarie di un dato spazio. Un esempio della gamma di pratiche geocritiche può essere trovato nella raccolta di esplorazioni geocritiche di Tally: spazio, luogo e mappatura negli studi letterari e culturali.

Il geocritismo deriva alcune delle sue pratiche da precursori il cui lavoro teorico ha contribuito a stabilire lo spazio come argomento valido per l’analisi letteraria. Ad esempio, in La poetica dello spazio e altrove, Gaston Bachelard ha studiato opere letterarie per sviluppare una tipologia di luoghi in base alle loro connotazioni. Gli scritti di Maurice Blanchot hanno legittimato l’idea di spazio letterario, un luogo immaginario per la creazione dell’opera letteraria. Si potrebbe anche esaminare gli sviluppi degli studi culturali e in particolare degli studi postcoloniali, come Il paese e la città di Raymond Williams o La cultura e l’imperialismo di Edward Said, che impiegano quella che Said ha definito una “indagine geografica sull’esperienza storica”. Il concetto di mappatura cognitiva di Fredric Jameson e il suo impegno teorico con la condizione postmoderna sottolineano anche l’importanza della rappresentazione spaziale e delle produzioni estetiche, tra cui letteratura, film, architettura e design. In The Atlas of European Novel, 1800-1900, Franco Moretti ha esaminato la diffusione degli spazi letterari in Europa, concentrandosi sulla complessa relazione tra testo e spazio. Moretti ha anche promulgato una teoria della storia letteraria, o geografia letteraria, che avrebbe usato le mappe per mettere in luce nuove connessioni tra i testi studiati e i loro spazi sociali. E, nel suo studio sulla cartografia letteraria di Herman Melville, Robert Tally ha offerto un approccio geocratico a determinati testi.

Il geocritismo ha affiliazioni intellettuali e metodologiche con campi come la letteratura e l’ambiente o ecocritismo, letteratura regionale, studi urbani, approcci sociologici e filosofici alla letteratura e studi utopici.

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