Francesco Furini

Francesco Furini (Firenze, tra il 1600 e il 1603 – 19 agosto 1646) è stato un pittore barocco italiano, uno dei più importanti a Firenze nel 17 ° secolo. È un artista singolare, perché ha prodotto immagini di un audace erotismo anche dopo essere diventato prete.

Era nato a Firenze da una famiglia povera e numerosa. Suo padre, Filippo, era un ritrattista; anche sua sorella Alessandra divenne una pittrice; e un’altra sorella, Angelica, era una cantante alla corte di Cosimo II de ‘Medici, Granduca di Toscana.

Il primo addestramento di Furini è stato di Matteo Rosselli (tra gli altri allievi Lorenzo Lippi e Baldassare Franceschini), anche se Furini è anche descritto come influenzato da Domenico Passignano e Giovanni Biliverti. Ha fatto amicizia con Giovanni da San Giovanni.

Nel 1619 andò a Roma per la prima volta dove subì l’influenza di Caravaggio e dei suoi studenti. Tornò poi a Firenze, iscrivendosi all’Accademia dei Pittori, dove Galileo Galilei era tra i suoi compratori e ammiratori.

Il lavoro di Furini riflette la tensione affrontata dallo stile conservatore e manierista di Firenze quando si confrontano poi con i nuovi stili barocchi. È un pittore di scenografie bibliche e mitologiche con un forte uso della misty sfumato. Negli anni ’30 il suo stile era parallelo a quello di Guido Reni. Un’importante opera antica, Hylas and the Nymphs (1630), presenta sei nudi femminili che attestano l’importanza che Furini attribuiva al disegno dalla vita.

Tra il 1639 e il 1642 realizza i due affreschi Lorenzo il Magnifico e l’Accademia platonica e l’Allegoria della morte di Lorenzo nella sala degli Argenti a Palazzo Pitti incidendo sull’influenza delle opere che Pietro da Cortona stava facendo in altre stanze del palazzo.

Lo stile pittorico di Furini era caratterizzato da una pittura morbida e sensuale che traspare nei soggetti dei suoi dipinti tratti dalla Bibbia e dalla mitologia, distinguendosi dai nudi femminili; Entra quindi nella vita religiosa, diventando parroco di Sant’Ansano nel Mugello, dedicandosi a soggetti sacri.

Nei suoi dipinti, nei suoi affreschi e soprattutto nei numerosi e sottili disegni, i Furini dimostrarono chiaramente di non muoversi in senso barocco, ma di partecipare alla rinascita del manierismo che ebbe luogo in diverse parti d’Italia dal 1620.

La pittura di Furini ebbe un grande successo non solo a Firenze, ma anche nelle corti cattoliche europee, come quella spagnola o asburgica, basata su gusti raffinati e decadenti.

Freedberg descrive lo stile di Furini pieno di “morbosa sensualità”. Il suo uso frequente di femmine sventrate è discordante con il suo eccessivo sentimentalismo religioso, e la sua elegante stilizzazione e le sue pose sono in disaccordo con il suo scopo di esprimere stati altamente emotivi. Le sue scelte stilistiche non passarono inosservate ai più puritani biografi contemporanei come Baldinucci. Pignoni ha anche rispecchiato questo stile nelle sue opere.

Uno dei suoi capolavori, non riflettendo lo stile delle sue tele, è l’arioso affresco di Palazzo Pitti, dove per ordine di Ferdinando II de ‘Medici, tra il 1639 e il 1642, Furini affrescò due grandi lunette raffiguranti l’Accademia Platonica di Careggi e l’allegoria della morte di Lorenzo il Magnifico. Gli affreschi possono essere visti come una risposta a Pietro da Cortona, che era al lavoro nel palazzo durante questi anni.