Museo Diocesano di Milano, Italia

Il Museo Diocesano di Milano (o Museo Diocesano Carlo Maria Martini) è un museo d’arte a Milano che ospita una collezione permanente di opere sacre, in particolare da Milano e dalla Lombardia. Originariamente concepito da Ildefonso Schuster nel 1931 come veicolo per proteggere e promuovere la collezione d’arte dell’Arcidiocesi di Milano, il museo fu infine istituito nell’ex sede dell’Ordine domenicano sul retro della Basilica di Sant’Eustorgio con il sostegno di Papa Paolo VI.

Il Museo Diocesano di Milano è nato nel 2001 su iniziativa dell’Arcidiocesi di Milano con l’obiettivo di proteggere, valorizzare e far conoscere i tesori artistici della diocesi nel contesto del contesto spirituale che li ha ispirati. Nel 2001 Carlo Maria Martini ha inaugurato l’attuale sede situata a Porta Ticinese. Dall’anno seguente è teatro dell’iniziativa Un capolavoro per Milano.

Il Museo Diocesano si trova nella cornice dei chiostri di Sant’Eustorgio, parte integrante di uno dei più antichi complessi monumentali di Milano, costruito dalle unità unite della basilica e del convento domenicano, un fiorente centro nel corso del secoli in una zona importante per la storia del cristianesimo milanese.

La collezione permanente è costituita da oltre settecento opere d’arte che abbracciano il periodo che va dal 4 ° al 21 ° secolo. All’interno della Galleria di Pittura dell’Arcivescovo si trovano le raccolte degli arcivescovi milanesi (parte dei Monti, Visconti, raccolta Riccardi e la raccolta completa di Erba Odescalchi). Oltre ai dipinti provenienti dalle chiese della diocesi, il Museo ospita un importante gruppo di opere di arredamento liturgico. Completano la collezione la sezione dedicata ai dipinti su pannelli in foglia d’oro (opere principalmente provenienti dalla sfera della Toscana del 14 ° e 15 ° secolo, raccolte dal Prof. Alberto Crespi e donate al Museo), e sculture e dipinti provenienti dalla collezione di Caterina Marcenaro. Infine, attorno a un primo nucleo di opere scultoree di Lucio Fontana,

Storia
Voluto inizialmente dal beato Ildefonso Schuster, cardinale e arcivescovo di Milano, trovò la sua prima pietra nella lettera “Per l’arte sacra e per un museo diocesano” del 1931.

Dal 1994 alla Fondazione Sant’Ambrogio è stata affidata la costituzione e la gestione del Museo: il Presidente della Fondazione, Mons Luigi Crivelli, insieme al primo Direttore, Paolo Biscottini, aprirà il Museo con l’idea che uno dei lo scopo principale della nuova istituzione era la valorizzazione dell’enorme patrimonio artistico della diocesi ambrosiana, considerata tanto nel suo specifico valore storico artistico, quanto come testimonianza di una storia ininterrotta di fede e bellezza cristiana. Il progetto del museo è stato affidato nel 1996 allo studio dell’architetto Antonio Piva.

Il Museo Diocesano di Milano, inaugurato dal cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano (1979 – 2002), il 7 dicembre 2001, si trova nei Chiostri di Sant’Eustorgio, parte dell’antico convento domenicano, tornato in città dopo un lungo periodo di restauro a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Interprete appassionata per volontà dell’Arcivescovo Mons. Luigi Crivelli (1933-2007), primo indimenticabile presidente della Fondazione Sant’Ambrogio, organo di gestione del museo.

The Buliding
I chiostri di Sant’Eustorgio sorgono in uno dei luoghi più significativi dal punto di vista della storia della chiesa ambrosiana. Proprio accanto ad esso, infatti, secondo la tradizione, San Barnaba avrebbe battezzato i primi cristiani milanesi dando vita alla chiesa locale.

Complessivamente, il primo convento domenicano milanese e i due chiostri, che ospitano il Museo della Basilica di Sant’Eustorgio e il Museo diocesano Carlo Maria Martini, sono già a partire dal XIII secolo, sono quindi ciò che rimane di quell’antico convento. La prima, annessa al lato sinistro della basilica già esistente, fu costruita alla fine del terzo decennio del XIII secolo. Non si sa esattamente quando risale il secondo chiostro, forse costruito grazie all’interesse di Filippo Maria Visconti nel 1413.

Nel 1526 in seguito agli scontri tra truppe spagnole e francesi, gran parte del convento fu distrutto e solo pochi decenni dopo iniziò la sua ricostruzione.

Il primo chiostro oggi ha un portico con colonne, probabilmente il risultato di restauri del 17 ° secolo. Il secondo, forse progettato da architetti come Carlo Buzzi o Francesco Maria Richini, è porticato su tre lati e presenta eleganti colonne di granito accoppiate.

Alla fine del XVIII secolo, i domenicani furono rimossi e il convento fu usato dall’esercito napoleonico e poi dai militari austriaci che causarono ingenti danni. Nel corso del XIX secolo sono documentati lavori di restauro, principalmente rivolti alla chiesa mentre i chiostri furono utilizzati come caserma fino al 1911, anno dell’acquisizione del complesso da parte del Comune di Milano. I bombardamenti aerei del 15 agosto 1943 lasciarono il complesso in condizioni precarie: il primo chiostro, meno danneggiato, passò alla parrocchia, mentre il secondo lato era stato completamente distrutto e il primo piano degli altri tre lati era stato scoperto.

Nel 1960 fu stabilito un accordo, tra il Comune, la Diocesi e la parrocchia, per la riorganizzazione del complesso monumentale, ma i lavori iniziarono solo negli anni ’80.

Dal 2016 Chiostri di Sant’Eustorgio è un complesso museale che offre alla città una proposta culturale unica, con una biglietteria unica e un programma culturale integrato.

Il complesso museale è costituito dalla Basilica di Sant’Eustorgio, dal Museo della Basilica di Sant’Eustorgio e dal Museo Diocesano Carlo Maria Martin i.

Collezione
La collezione permanente del Museo Diocesano Carlo Maria Martini è composta da quasi un migliaio di opere, che vanno dal secondo al ventunesimo secolo, che sono arrivate come lasciti, depositi o donazioni, che costituiscono una testimonianza vivente della ricca arte ambrosiana produzione, oltre ad offrire un panorama interessante del gusto dei collezionisti non solo arcivescovile, ma anche privato.

In continuo e dinamico arricchimento, le collezioni sono attualmente allestite lungo i tre corpi restaurati del secondo chiostro di Sant’Eustorgio.

Il museo diocesano conserva opere provenienti dal territorio diocesano, dalla Galleria Arcivescovile e da donazioni private. Questi sono organizzati in dodici sezioni espositive:

Corridoio d’ingresso
Sant’Ambrogio
Opere della diocesi
Arciconfraternita del Santissimo Sacramento
Mobili liturgici
Collezione Marcenaro
Fondi d’oro “A. Crespi”
Collezione Monti
Collezione Pozzobonelli
Collezione Visconti
Collezione Erba Odescalchi
Collezione Sozzani
Collezione Magnaghi
Sculture di Lucio Fontana
Opere di diversa origine

Sala d’ingresso
Nel corridoio d’ingresso sono esposti:

tre arazzi fiamminghi con Storie di Costantino (seconda metà del XVII secolo), tessuti da Geraert van der Strecken.

Sant’Ambrogio
L’itinerario del tour si apre con un nucleo di opere legate alla storia della Basilica di Sant’Ambrogio o alla vita di Sant’Ambrogio, vescovo di Milano (374 – 397), tra cui:

Lettiera di Sant’Ambrogio (IV secolo), ovvero il catafalco dove, secondo la tradizione, furono deposte le spoglie del santo durante il funerale;
i frammenti delle persiane in legno del portale principale della prima Basilica di Sant’Ambrogio, risalenti al IV – VI secolo;
il clipeo con il busto della benedizione di Sant’Ambrogio (X secolo), in stucco policromo, proveniente da un’officina lombarda;
Bancarelle in legno (XV secolo), dal coro di Sant’Ambrogio;
La cappella d’argento di San Nazaro, un reliquiario del IV secolo che secondo la tradizione fu usato da Ambrogio al suo ritorno da un viaggio a Roma, per contenere le reliquie con le quali consacrò la Basilica Apostolorum (ora San Nazaro a Brolo), dove si trovava trovato da Carlo Borromeo nel 1578. La teca ha le dimensioni di un cubo di circa 20 cm per lato, con scene in rilievo in rilievo su tutti e quattro i lati e sul coperchio in lamina d’argento lavorata. Sono rappresentati: Cristo annuncia la nuova dottrina agli Apostoli, Giudizio di Salomone, Giudizio di Giuseppe, Tre ebrei nella fornace salvati da un angelo, Madonna col Bambino in trono tra schiere angeliche. Lo stile delle figure è classico, paragonabile ai bassorilievi greci, e mostra il ritratto di un giovane imperatore, identificato con Onorio, figlio di Teodosio.
Madonna che allatta il bambino (primo quarto del XVI secolo), affresco staccato, di Bernardino Luini
Pie donne (primo quarto del XVI secolo), affresco staccato, di un anonimo pittore lombardo;
Gesù Cristo che porta la croce (primo quarto del XVI secolo), affresco staccato, attribuito ad Andrea Solario.

Opere della diocesi
Qui sono esposte opere del territorio diocesano che includono alcune testimonianze significative, sia pittoriche che scultoree, per la storia dell’arte lombarda dal XIV al XIX secolo.

Tutte le opere di questa sezione provengono da diverse parrocchie dell’arcidiocesi di Milano create da grandi artisti. Di notevole interesse:

Processione dei Magi (fine XIV – prima metà del XV secolo), affresco lacerato, di Michelino da Besozzo e bottega;
Crocifissione (fine XIV – inizi del XV secolo), tempera su legno, di Anovelo da Imbonate;
San Francesco d’Assisi riceve le stimmate (seconda metà del XV – inizi del XVI secolo), tempera su pannello, di Bergognone (Ambrogio da Fossano);
Trittico dell’Assunta (seconda metà del XV – inizi del XVI secolo), olio su tavola, di Marco d’Oggiono;
San Giovanni Battista decollò (XVI secolo), olio su tavola, di Bernardino Campi, dal Santuario di Montevecchia;
Il furto sacrilego (1731), olio su tela, di Alessandro Magnasco;
Gesù Cristo crocifisso con Maria Maddalena (1827), olio su tela, di Francesco Hayez.

Confraternita del Santissimo Sacramento
Nella sala dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento vengono presentati i dipinti dedicati ai miracoli operati dall’Eucaristia e realizzati tra il XVII e il XVIII secolo da Filippo Abbiati, Carlo Preda e Legnanino, da esporre lungo le navate della Cattedrale, durante il festa del Corpus Domini.

Mobili liturgici
La sezione espone gli arredi liturgici (reliquiari, ostensori, calici, candelieri, ecc.), Provenienti dal territorio diocesano, spesso veri e propri capolavori progettati per funzioni liturgiche. Questi costituiscono la documentazione storica e culturale delle origini artistiche lombarde dal VI al XX secolo. Di notevole importanza:

Il messale coperto, attribuibile a Delfinoni, probabilmente su disegno del pittore Aurelio Luini, proveniente dal Santuario di Santa Maria a San Celso (Milano);
le tre Capselle (XI secolo), in stucco, di Civate;
il corredo lustro, costituito da un’anfora e una conca (intorno al 1570), in argento sbalzato, cesellato e dorato, realizzato dall’argentiere di Norimberga, Wenzel Jamnitzer;
due calici (fine XVIII – inizi XIX secolo), in argento sbalzato, fuso e dorato, di Agostino Arbuschi;
Clip di Cope (1865) e coppa (1866), argento dorato, di Giovanni Beauty.

Collezione Marcenaro
Le sculture esposte in questa sezione sono un deposito della Fondazione Cariplo a Milano. Questa è la parte più importante della collezione della storica dell’arte, Caterina Marcenaro, donata nel 1976 alla Fondazione. Occupano un periodo cronologico dal XIII al XVII secolo e possono essere fatti risalire a varie sfere artistiche dal Nord Europa, alla Liguria, al Centro Italia.

Fondi d’oro A. Crespi
La raccolta di 41 fondi d’oro, effettuata tra il XIV e il XV secolo, per la maggior parte delle aree toscane e umbre, donata dal collezionista Alberto Crespi, rappresenta una caratteristica unica nel panorama museale milanese. Questa sezione mostra le tabelle di Bernardo Daddi, Gherardo Starnina e Sano di Pietro, tra cui:

Santa Cecilia (secondo quarto del XIV secolo), tempera su legno, di Bernardo Daddi.

Collezione Monti
In questa sezione sono esposti i dipinti del cardinale Cesare Monti, arcivescovo di Milano (1632-1650), inclusi i dipinti di Bernardino Lanino, Cerano, Guido Reni e Tintoretto. Tra le opere spiccano:

Salvator Mundi (XVI secolo), olio su tavola, di Bernardino Lanino;
La caduta di San Paolo (fine XVI – inizi XVII secolo), olio su tela, di Giovan Battista Crespi, Cerano;
Jacob lotta con l’angelo (fine XVI – inizi XVII secolo), olio su tela, di Morazzone (Pier Francesco Mazzucchelli);
Gesù Cristo e l’adultera (XVI secolo), olio su tela, di Jacopo Robusti, Tintoretto;
San Giuseppe con il bambino (prima metà del XVII secolo), olio su tela, di Guido Reni.

Collezione Pozzobonelli
La sezione espone le opere raccolte dal cardinale Giuseppe Pozzobonelli, arcivescovo di Milano (1743 – 1783). Descrivono tutti soggetti, paesaggi, prospettive arcadiche con figure, dalle aree romana, veneziana, lombarda, toscana, napoletana e fiamminga, risalenti alla fine del XVI e al XVII secolo.

Una collezione adorabile, immersa nel gusto dei viaggiatori del Grand Tour del XVIII secolo: i dipinti di pittori come Pannini, Marco Ricci, Amorosi, sono direttamente ispirati da luoghi reali o riferiti a paesaggi marini o colline.

Collezione Visconti
Questa sezione presenta le opere della collezione del cardinale Federico Visconti, arcivescovo di Milano (1681-1693), tra cui:

Ancona della Passione (XVI secolo), in legno intagliato, dipinto e dorato, proveniente dal laboratorio di Anversa;
San Carlo Borromeo in gloria (fine XVI – inizi XVII secolo), olio su tavola, di Cerano (Giovan Battista Crespi);
Daniel nella fossa dei leoni alimentato da Habakkuk e Jezebel gettato dal palazzo di Jezrael (fine 17 ° – inizio 18 ° secolo), olio su tela, di Filippo Abbiati.

Collezione Erba Odescalchi
La raccolta del cardinale Benedetto Erba Odescalchi, arcivescovo di Milano (1712 – 1736), comprende i 41 ritratti dei santi arcivescovi canonizzati milanesi (da San Barnaba apostolo, a Sant’Ambrogio, a San Carlo Borromeo), realizzati a metà del XVIII secolo secolo.

Collezione Sozzani
Raccolta di 105 disegni (dal XV al XX secolo) che hanno raggiunto il museo nel 2008 in seguito a un lascito testamentario del banchiere Antonio Sozzani, che aveva raccolto queste opere anche grazie al consiglio di Giovanni Testori. Tra gli artisti presenti: Carlo Francesco Nuvolone, Giovanni Antonio de Groot, Marcantonio Bassetti, Elisabetta Sirani, Ventura Passarotti, Ingres, David, Théodore Géricault, Eugène Delacroix, Corot, Vincent van Gogh, Jean Cocteau, Balthus, Toti Scialoja.

Collezione Magnaghi
La collezione è composta da circa duecento opere (tra cui dipinti, disegni e stampe) create tra la metà degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’90 dall’artista surrealista milanese Ambrogio Magnaghi (1912-2001), che è arrivato al Museo nel 2007 per volontà di suo figlio dell’artista, Marco.

Sculture di Lucio Fontana
Al piano terra, un’intera sezione del museo è dedicata alle opere scultoree di Lucio Fontana. Tra questi spiccano, oltre ai cerotti preparatori della quinta porta del Duomo di Milano e della Pala della Vergine Assunta, le quattordici stazioni della Via Crucis (Via Crucis bianca, 1955), in deposito al Museo dal Regione Lombardia

Funziona da sfondi diversi
Nelle collezioni del Museo, sparse lungo il percorso espositivo, ci sono alcune opere che provengono da donazioni o depositi di collezioni private. Questi includono:

Gesù Cristo nel sepolcro, San Francesco d’Assisi e Santa Chiara d’Assisi (XV secolo), bassorilievi in ​​marmo;
Gesù Cristo crocifisso con Maria Maddalena (seconda metà del XIX secolo), olio su tela, di Mosè Bianchi.
Via Crucis (1882), affreschi strappati, di Gaetano Previati, dal cimitero di Castano Primo.