Il dipartimento di scultura è uno degli otto dipartimenti del Museo del Louvre. Ospita una delle collezioni di sculture più importanti del mondo e la più ricca collezione di opere francesi. Il dipartimento di scultura ospita più di 6.000 opere, inclusa la più grande collezione al mondo di scultura francese. In tutto, più di 2.000 opere sono presentate in 67 sale distribuite su due cortili (8.500 mq complessivi).

Il Louvre è stato un deposito di materiale scolpito sin dai suoi tempi come palazzo; tuttavia fino al 1824 fu esposta solo l’architettura antica. Il reparto di scultura è costituito da opere realizzate prima del 1850 non appartenenti al reparto etrusco, greco e romano. All’inizio il museo esponeva solo sculture antiche, con l’unica eccezione delle due statue di schiavi di Michelangelo. La galleria Angoulême è stata aperta nel 1824, con cinque sale dedicate a opere che vanno dal Rinascimento al XVIII secolo. Dal 1850 si aggiunse la scultura medievale, ma fu solo nel 1893 che il Dipartimento di Scultura divenne autonomo e cessò di essere annesso a quello di Antichità.

Inizialmente la collezione comprendeva solo 100 pezzi, il resto della collezione di sculture reali era a Versailles. Rimase piccolo fino al 1847, quando Léon Laborde ottenne il controllo del dipartimento. Laborde sviluppò la sezione medievale e acquistò le prime statue e sculture di questo tipo nella collezione, rispettivamente Re Childeberto e Porta Stanga. La collezione faceva parte del Dipartimento delle Antichità ma ottenne l’autonomia nel 1871 sotto Louis Courajod, un direttore che organizzò una più ampia rappresentazione delle opere francesi. 

Nel 1986, tutte le opere successive al 1850 furono trasferite nel nuovo Musée d’Orsay. Il progetto del Grand Louvre ha separato il dipartimento in due spazi espositivi; la collezione francese è esposta nell’ala Richelieu e le opere straniere nell’ala Denon. Tra le recenti modifiche, il raggruppamento di tutte le statue realizzate per il parco del castello di Marly, in particolare le grandi statue equestri dovute ad Antoine Coysevox e Guillaume Coustou. La scultura francese, articolata in numerosi ambienti attorno a due cortili coperti, si trova nell’ala Richelieu, mentre la scultura italiana e spagnola, oltre a quella delle scuole settentrionali, è esposta nell’ala Denon, al piano terra.

La panoramica della collezione della scultura francese contiene opere romaniche come il Daniele nella fossa dei leoni dell’XI secolo e la Vergine d’Alvernia del XII secolo. Nel XVI secolo, l’influenza rinascimentale fece sì che la scultura francese diventasse più contenuta, come si vede nei bassorilievi di Jean Goujon e nella Discesa dalla croce e nella Resurrezione di Cristo di Germain Pilon. Il XVII e il XVIII secolo sono rappresentati dal Busto del cardinale Richelieu di Gian Lorenzo Bernini del 1640, da Donna in bagno e Amour menaçant di Étienne Maurice Falconet e dagli obelischi di François Anguier. Le opere neoclassiche includono Psiche ravvivata dal bacio di Cupido (1787) di Antonio Canova. Il XVIII e il XIX secolo sono rappresentati da scultori francesi come Alfred Barye ed Émile Guillemin.

Tra gli artisti esposti, oltre ai moltissimi anonimi (soprattutto per il medioevo), si segnalano, per la scultura francese, grandi opere di Jean Goujon, Germain Pilon, Pierre Bontemps, Pierre Puget, Antoine Coysevox, François Girardon, i fratelli Coustou, Jean-Baptiste Pigalle, Edmé Bouchardon, Etienne-Maurice Falconet, Augustin Pajou, Jean-Antoine Houdon, François Rude, David d’Angers, James Pradier, Antoine-Louis Barye, per la scultura italiana, anche ben rappresentata, si segnalano opere di Donatello, Desiderio da Settignano, Francesco Laurana, Andrea della Robbia, Michelangelo, Benvenuto Cellini, Giambologna, Le Bernin e Antonio Canova oltre a François Duquesnoy per le Fiandre.

Il cortile di Marly
Sotto i tetti di vetro di Cours Marly e Puget, si trovano i capolavori della scultura francese. Le statue raccolte al Louvre erano spesso progettate per l’esterno, in particolare per i giardini dei palazzi di Versailles o delle Tuileries. Il castello di Marly fu la residenza di piacere del re Luigi XIV, il castello di Marly e il suo parco sono ormai scomparsi, alcune delle sue sculture sono state conservate. Dopo un soggiorno in vari spazi pubblici parigini, ora sono ben riparati, sotto il tetto di vetro della Cour Marly.

L’ala Richelieu (ala nord che confina con rue de Rivoli) è la più recente nella lunga storia della costruzione del Louvre. Fu costruito sotto Napoleone III e ospitò per più di un secolo, dal 1871 al 1989, il Ministero delle Finanze. Dopo che il ministero partì per Bercy, a est di Parigi, le stanze furono assegnate al museo e inaugurate nel 1993.

Quando gli architetti Ieoh Ming Pei e Michel Macary iniziarono i lavori di ammodernamento del Museo del Louvre, i due cortili erano ancora aperti al cielo. Gli architetti lo videro come il luogo ideale per ospitare le sculture che adornavano giardini o piazze pubbliche. Un sistema di terrazze mette in risalto le opere su diversi livelli e offre diverse prospettive, mentre i lucernari forniscono un’illuminazione ottimale. Un ingegnoso sistema di brise-soleil in alluminio funge da regolatore di luce, acustico e termico.

In cima al cortile svettano le opere più emblematiche, i Cavalli di Marly. Antoine Coysevox, uno degli scultori preferiti di Luigi XIV, creò questi due gruppi monumentali in onore del Re Sole. Pegaso, il cavallo alato della mitologia greco-romana, è cavalcato dall’allegoria della Fama, che proclama le vittorie militari del re, e da Mercurio, il dio romano del commercio, che incarna la prosperità. Vent’anni dopo, Luigi XV si stabilì a sua volta a Marly e commissionò nuove opere a Guillaume Coustou per sostituire quelle che erano state rimosse. Lo scultore fa a gara con il suo predecessore per dare ancora più dinamismo a questi vivaci cavalli.

Il cortile del Puget
La Cour Puget prende il nome da Pierre Puget, uno dei grandi scultori del regno di Luigi XIV e custodisce i suoi capolavori, Perseo e Andromeda e Milo di Crotone, realizzati per i giardini di Versailles. L’espressività, il dinamismo e la forza drammatica di queste sculture sono caratteristiche dell’arte barocca. La Cour Puget permette di viaggiare attraverso i secoli e vedere l’evoluzione della scultura, dal XVII al XIX secolo.

Le sculture del XVII secolo provengono da monumenti reali in gran parte distrutti. Adornavano le grandi piazze reali come Place Vendôme o Place des Victoires a Parigi e proclamavano la gloria del sovrano. Le opere del 18° secolo provengono da giardini. A quei tempi amavamo i soggetti leggeri trattati con uno stile delicato ed elegante, come la Marchesa de Pompadour, prediletta di Luigi XV, rappresentata come un’allegoria dell’Amicizia. Infine, la Cour Puget presenta un panorama di scultura all’aperto della prima metà dell’Ottocento, dalle opere neoclassiche prodotte sotto Napoleone I a statue romantiche come il furioso Roland di Duseigneur, in uno stile lirico e focoso.

Galleria Michel-Ange
Sotto le ampie volte della Galleria sono conservati capolavori della scultura italiana, tra cui i famosi Schiavi di Michelangelo. Per quasi tre secoli, gli scultori hanno gareggiato ingegnosamente per portare alla luce i sentimenti dell’anima umana. Costruita tra il 1854 e il 1857, questa galleria ha soprattutto una funzione pratica: è l’accesso ufficiale alla Salle des Etats dove si tenevano le principali sessioni legislative sotto il Secondo Impero. È anche il luogo dell’esposizione delle sculture del Salon, questo grande evento artistico dell’epoca che presentava l’opera di artisti viventi.

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Hector Lefuel si ispira al lavoro del suo predecessore, l’architetto Pierre Fontaine. Quest’ultimo ha lavorato al Louvre sui diversi regimi politici, per tutta la prima metà del XIX secolo. I suoi layout nella Salle des Cariatides e nella Galerie d’Angoulême hanno ispirato Lefuel con le ampie volte delle gallerie Michelangelo e Daru, nonché la pavimentazione in marmo del pavimento in diversi colori. Qui la luce è naturale. Proviene dalle ampie campate aperte su entrambi i lati della galleria. Questa illuminazione, che non sarebbe adatta per i dipinti, mette in risalto in modo particolare le sculture in marmo bianco, ma anche quelle in bronzo o terracotta.

La Galleria Michelangelo presenta oggi un panorama della scultura italiana dal XVI al XIX secolo. Deve il suo nome all’artista fiorentino Michelangelo. Da lontano, ancor prima di entrare nella galleria, si può vedere l’uomo noto come Lo schiavo morente, ingrandito dal gioco di prospettiva. Alle sue spalle si erge un portale monumentale, decorato con le figure di Ercole e Perseo, che proviene dal palazzo Stanga di Castelnuovo a Cremona. La sua forma ricorda l’antico modello dell’Arco di Trionfo.

Poi viene Flying Mercury di Jean Bologna, detto il Giambologna, scultore nato nelle Fiandre che ebbe successo a Firenze. Possiamo anche vedere Mercurio che rapisce Psiche dal suo allievo Adriaen de Vries. Prima di lasciare la galleria, i visitatori possono ammirare Psiche ravvivata dal bacio di Cupido del Canova. Quest’opera è un esempio particolarmente virtuoso di lavorazione del marmo. L’artista restituisce perfettamente la morbidezza della carne e lo slancio.

La Sala delle Cariatidi
La Sala delle Cariatidi è probabilmente una delle più belle testimonianze architettoniche del Louvre rinascimentale. 1528. Il re Francesco I decide di scegliere il Louvre per farne la sua residenza principale a Parigi. Ma per dare a questo antico castello difensivo lo splendore e il lusso che ha potuto ammirare nei palazzi italiani. Nel 1546 nominò l’architetto Pierre Lescot a capo di questo colossale sito. La sala da ballo dei re di Francia segna l’inizio di questo nuovo stile artistico a Parigi. E dal XVII secolo ospita sotto le sue ampie volte una prestigiosa collezione di sculture antiche.

Le quattro cariatidi che sorreggono la tribuna dei musicisti le hanno dato il nome. Queste colonne a forma di figure femminili sono opera dello scultore Jean Goujon, nel 1550. Quest’opera è completamente in linea con le preoccupazioni del Rinascimento che si ispira all’Antichità. Qui l’artista reinterpreta un monumento del II secolo aC: il foro dell’imperatore Augusto a Roma. La sala delle Cariatidi ha avuto molteplici funzioni ed in particolare quella di sala da ballo. Fu anche teatro di grandi eventi storici, come la cerimonia funebre in seguito all’assassinio di Enrico IV nel 1610. Fu ancora qui che Molière si esibì per la prima volta prima di Luigi XIV che dona a Le Dépit amour, poi L’Etourdi e Les Précieuses Ridicolo.

Dal 1692 vi furono esposte sculture della collezione di Luigi XIV. Viene poi chiamata la stanza degli Antichi. Nel 1806 Napoleone I lo fece annettere alla Galerie des Antiques, che fece sistemare nelle stanze attigue dagli architetti Charles Percier e Pierre Fontaine (vedi Salle de la Vénus de Milo e Appartements d’Anne d’Ecosse). Questi ultimi dirigono il completamento della decorazione della stanza delle Cariatidi: gli archi della volta sono scolpiti e il camino ricostruito attorno alle due figure allegoriche di Jean Goujon.

Oggi la Sala delle Cariatidi custodisce capolavori delle collezioni di sculture greche, e più in particolare rappresentazioni di dei, dee ed eroi della mitologia. Alcune delle opere qui mostrate sono in realtà copie romane in marmo da un originale greco in bronzo. Questo è particolarmente il caso della graziosa Artemide con una cerva, al centro della stanza. Questo marmo risale al II secolo d.C. e utilizza un modello realizzato intorno al 330 a.C. È anche chiamata la Diana di Versailles perché ha adornato a lungo la Sala degli Specchi della Reggia di Versailles.

Al Louvre furono progressivamente installate le collezioni di antichità greche e romane. Luigi XIV fece installare per la prima volta parte della sua collezione nella Salle des Cariatides nel 1692. Dal 1798 arrivarono nuovi oggetti d’antiquariato in seguito alle campagne d’Italia. La Galerie des Antiques è stata quindi creata negli ex appartamenti di Anna d’Austria. Successivamente, nel 1807, Napoleone I acquistò la collezione del cognato, il principe Camille Borghese. L’imperatore fece poi ampliare la Galleria delle Antichità utilizzando le sale attigue che oggi ospitano, tra gli altri capolavori, la Venere di Milo.

museo di Louvre
Il Louvre è il museo più visitato al mondo e un punto di riferimento storico a Parigi, in Francia. Il Museo del Louvre è un museo parigino di arte e archeologia ospitato nell’ex palazzo reale del Louvre. Inaugurato nel 1793, è uno dei musei più grandi e ricchi del mondo, ma anche il più frequentato con quasi 9 milioni di visitatori all’anno. È la casa di alcune delle opere d’arte più famose, tra cui la Gioconda e la Venere di Milo.

Il museo è ospitato nel Palazzo del Louvre, originariamente costruito tra la fine del XII e il XIII secolo sotto Filippo II. I resti della fortezza medievale del Louvre sono visibili nel seminterrato del museo. A causa dell’espansione urbanistica, la fortezza perse infine la sua funzione difensiva e nel 1546 Francesco I la convertì nella residenza principale dei re di Francia. L’edificio fu ampliato più volte per formare l’attuale Palazzo del Louvre.

Il Musée du Louvre contiene più di 380.000 oggetti ed espone 35.000 opere d’arte in otto dipartimenti curatoriali con oltre 60.600 metri quadrati (652.000 piedi quadrati) dedicati alla collezione permanente. Il Louvre espone sculture, oggetti d’arte, dipinti, disegni e reperti archeologici. Il Museo del Louvre presenta collezioni molto variegate, con un’ampia parte dedicata all’arte e alle civiltà dell’Antichità: Mesopotamia, Egitto, Grecia e RomeLogo indicando le tariffe da citare che esse; ampiamente rappresentate anche l’Europa medievale (ambientata intorno alle rovine del mastio di Philippe-Auguste, su cui fu edificato il Louvre) e la Francia napoleonica.

Il Louvre ha una lunga storia di conservazione artistica e storica, dall’Ancien Régime ai giorni nostri. Dopo la partenza di Luigi XIV per la Reggia di Versailles alla fine del XVII secolo, vi sono conservate parte delle collezioni reali di dipinti e sculture antiche. Dopo aver ospitato per un secolo diverse accademie, tra cui quella di pittura e scultura, oltre a vari artisti ospitati dal re, l’ex palazzo reale fu veramente trasformato durante la Rivoluzione in un “Museo Centrale delle Arti della Repubblica”. Apre nel 1793, esponendo circa 660 opere, principalmente provenienti da collezioni reali o confiscate a nobili emigranti o da chiese. Successivamente le collezioni continueranno ad arricchirsi di bottini bellici, acquisizioni, sponsorizzazioni, lasciti, donazioni,

Situato nel 1° arrondissement di Parigi, tra la riva destra della Senna e rue de Rivoli, il museo si distingue per la piramide di vetro del suo salone dei ricevimenti, eretta nel 1989 nel cortile di Napoleone e divenuta emblematica, mentre l’area equestre la statua di Luigi XIV costituisce il punto di partenza dell’asse storico parigino. Tra le sue opere più famose ci sono La Gioconda, La Venere di Milo, Lo scriba accovacciato, La vittoria di Samotracia e Il codice di Hammurabi.

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