Corridoio e cortile, Bo Palace, Università di Padova

La visita all’appartamento accademico inizia dalla Galleria del Rettorato. La decorazione ad affresco con le rappresentazioni delle città all’epoca sotto il dominio veneziano, o culturalmente legate all’Università di Padova, fu eseguita da Piero Fornasetti (nel periodo 1942-1943) sotto la supervisione di Gio Ponti. Nel 1956 Fulvio Pendini completò la decorazione dell’ambiente aggiungendo, sui pilastri centrali, le immagini degli studenti di Padova che diventarono santi o beati o che salirono ai massimi livelli della carriera ecclesiastica.

Stemmi
Uno degli aspetti caratteristici del Palazzo, che colpisce immediatamente il visitatore è l’incredibile numero di stemmi, dipinti e in rilievo che decorano non solo l’atrio e le logge, ma anche molte stanze e altre stanze che iniziano con l’Aula Magna ( vedi sotto ). Il numero di blasoni, considerati sia quelli dipinti che quelli in rilievo, raggiunge il numero di circa 3.000. Proprio la degenerazione di questa usanza portò il governo veneto nel 1688 a vietare il posizionamento di nuovi stemmi, dato che per dare spazio a quelli nuovi (di enormi dimensioni) era necessario distruggere gli antichi, con la perdita delle testimonianze che erano collegati a loro. Un attento e accurato riordino di tutti gli stemmi fu eseguito tra il 1930 e il 1940 da Antonio Brillo.

Gli stemmi furono inizialmente dipinti, l’università artistarum commissionò prima Francesco Falzapato e poi Dario Varotari (nel 1581) per dipingere gli stemmi dei Rettori e dei Consiglieri. Nel 1590 fu stabilito che gli stemmi dovevano essere costruiti in pietra, sebbene l’abitudine di dipingerli rimanesse.

La menzione degli stemmi non è rilevante solo dal punto di vista artistico, ma porta a una riflessione su una componente universitaria fondamentale: gli studenti. A questo proposito, infatti, abbiamo notizie che a partire da tempi molto lontani tutti gli studenti che desideravano frequentare l’Università di Padova, esclusi i monaci (se non fossero vescovi, abati o priori) dovevano iscriversi al registro delle matricole (amministrato il bidello) e allo stesso tempo dovevano giurare di obbedire ai Rettori (gli studenti che erano figli o fratelli dei re erano esenti dal giuramento). Gli studenti erano divisi per nazioni, il cui numero variava nel corso dei secoli, ogni nazione eleggeva il proprio Consigliere. Gli stemmi, quindi, rappresentano non solo i Rettori e i Consiglieri, ma anche gli studenti delle varie nazioni e, ovviamente, anche i professori (che nel Medioevo, come i Rettori, furono scelti dagli Studenti).

Studente famoso
In effetti, è sufficiente ricordare che tra gli studenti, oltre a numerosi cardinali e vescovi, tre erano anche papi: Benedetto XI, Eugenio IV e Sisto IV (che non sorprendentemente concessero con un toro di usare i cadaveri per le lezioni di anatomia, che portarono a l’edificio, sempre all’interno di Palazzo Bo, del Teatro Anatomico).

La prima donna laureata al mondo
Alla base di una delle due grandi scalinate che conducono al portico superiore dell’Antico Cortile si trova la statua di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima donna laureata al mondo, che nel 1678 si laureò in filosofia all’Università di Padova .

Aula di medicina
Una delle sale accademiche più belle e tra le più antiche dell’edificio è l’aula che oggi ospita le discussioni sulla tesi degli studenti di medicina e di altre facoltà. È l’antica classe in cui si tenevano le lezioni di anatomia teorica, ma le sue origini sono più remote, infatti il ​​soffitto a cassettoni in legno perfettamente conservato e il fregio tipicamente medievale che decora le pareti, ricordano che la stanza era parte integrante di una delle tre case nobili della famiglia Da Carrara, che costituivano il nucleo trecentesco su cui fu costruita la Locanda del Bo.

Atrio degli eroi
La Galleria funge da collegamento tra la parte nuova e antica del Bo. Si accede alla Galleria attraverso una scala monumentale situata nell’atrio dell’ingresso principale del Palazzo. L’accesso è possibile da via VIII Febbraio, attraverso una monumentale porta di bronzo, realizzata nel 1922 con il bronzo dei cannoni catturati durante la prima guerra mondiale e con il nome degli studenti caduti in quel conflitto, infatti, si sta semplicemente entrando in un atrio chiamato “atrio degli eroi”, da qui si entra nella scala che conduce al rettorato. Ai piedi della scala troviamo una statua di Arturo Martini che raffigura Palinuro, in memoria di Primo Visentin, capo della brigata partigiana Martiri del Grappa, per ricordare la sua eroica morte. La scala fu decorata e affrescata da Gio Ponti e Fulvio Pendini, la scala si chiama “La Scala del Sapere”. Questo perché sono rappresentati la nascita dell’umanità e della conoscenza e lo sviluppo delle scienze attraverso le quali lo studente si arrampica sotto la guida dell’insegnante fino a quando, invecchiato, mormora il motto del XVI secolo “Imparo ancora”. Le forme hanno la caratteristica forma “novecentesca” di Gio Ponti.

Il New Courtyard, opera dell’architetto veronese Ettore Fagiuoli, è costruito in pietra di Osera e svolge un ruolo funzionale, risolvendo il problema della connessione tra le varie strutture che determinarono il complesso Bo in tempi più recenti. La struttura sospesa che delimita il Nuovo Cortile (perfettamente visibile nella foto sopra) e che racchiude la “Sala dell’Accademia accademica”, incornicia un grande rilievo in travertino di Attilio Selva, realizzato nel 1939, che esalta lo spirito volontaristico della goliardia padovana (riferimento alle rivolte del 1848) e che riflette le caratteristiche apologetiche del nazionalismo fascista. Date queste caratteristiche architettoniche, è facile capire perché il cortile è anche chiamato “Cortile Littorio”. Il cortile si affaccia sulla Sala Studenti e sulla Sala Studenti, luogo di incontro per studenti, entrambe le sale sono interamente affrescate. Nella parte in fondo al cortile fu ricomposto l’alto rilievo della Minerva-Vittoria, di Paolo Boldrin (1942), le torri e, sul lato meridionale, la prima porta monumentale dell’Università che dava sull’attuale via Cesare Battisti .

Bo Palace
Palazzo del Bo è la sede storica dell’Università di Padova dal 1493. È ancora la sede del Rettorato e della Facoltà di Giurisprudenza. Ospita anche il più antico teatro anatomico del mondo.

Storia
L’Università di Padova fu fondata da un esodo di insegnanti e studenti dall’ufficio di Bologna nel 1222. Quando l’Università si stabilì nell’attuale sede del Bo, era passato molto tempo dalla sua fondazione e, ormai, tutte le sue strutture erano profondamente cambiato da quelli iniziali. Ora era reso famoso dal valore dei suoi allievi e dei suoi insegnanti, poteva anche materialmente essere considerato una delle maggiori università europee e la più frequentata da studenti stranieri tra le università della penisola italiana. Come molti altri complessi che hanno avuto una lunga vita storica, anche quello del Bo si presenta con una genesi piuttosto complessa e con eventi che, nel corso dei secoli, hanno contribuito a cambiare la sua fisionomia. Pertanto un’analisi storica delle varie componenti del Palazzo, partendo dal nucleo definito del XVI secolo, per poi passare alle imponenti aggiunte,

Tra l’attuale via Cesare Battisti (ex via delle Beccarie) e via VIII febbraio (ex via S. Martino), nella zona che oggi corrisponde alla parte più antica e monumentale del Bo c’erano tre case, di proprietà del nobile Papafava famiglia, una di queste fu chiamata la Ca ‘Bianca (domus alba a turri), in un documento del 1493 si fa riferimento a una domus alba. Pertanto si ritiene che questi tre edifici costituiscano il nucleo più antico del palazzo, che può quindi essere fatto risalire al 1493. Questo nucleo di edifici è stato poi passato sotto la proprietà di un macellaio quando, dopo aver fornito del cibo durante l’assedio del città, li aveva ricevuti in dono nel 1405 da Francesco I da Carrara, signore di Padova.

Il macellaio aveva aperto una locanda (Hospitium Bovis) con un bucranio come segno, ancora oggi simbolo dell’Università di Padova. Il nome “Bo”, nato dal nome della locanda che fa parte del suo nucleo più antico, e ancora oggi, empleticamente, il simbolo dell’università rimane quindi il bucranio. Non solo il complesso era chiamato “Bo”, ma anche il quartiere vicino.

L’Università acquistò l’hospitium bovis nel 1493, ma prima che diventasse accessibile, dovevano passare ancora alcuni anni, infatti solo nel 1501 avrà luogo la sua solenne inaugurazione. Tuttavia, questi primi lavori di adattamento (1493-1501) furono solo il primo passo di una trasformazione radicale avvenuta pochi decenni dopo. L’Università non doveva più essere la sede temporanea e tumultuosa di una precaria e soggetta alla costante popolazione studentesca, ma un’istituzione non meno necessaria delle altre che governavano la vita quotidiana. Nel 1522 il Senato veneziano (Padova era sotto il dominio della Repubblica Serenissima)) decretò che anche l’università degli artisti (va ricordato che nelle università medievali queste erano divise in universitas iuristarum, giuristi; e universitas artistarum, tra cui la scienza principale era una medicina), quindi, iniziarono importanti lavori di restauro e ampliamento del Palazzo.

Il corpo attorno al quale si sviluppa il Palazzo è il famoso Antico Cortile, una loggia di colonne a doppio ordine che si estende su due piani: in quell’occasione assume la forma che conosciamo oggi. Sulla semplicissima struttura della doppia loggia sono state aperte (e ancora parzialmente aperte) le aule in cui venivano insegnate le lezioni, il piano è quello di un chiostro monastico: implica un’antica connessione tra università, luoghi di cultura e conventi, luoghi di studio e anche la meditazione. Questo radicale intervento architettonico è attribuito (anche se non ci sono fonti che lo testimoniano esplicitamente) all’architetto Andrea Moroni, che in quegli anni era molto attivo in città (infatti progetterà e costruirà il “Palazzo Comunale”, ancora in usare oggi). L’Antico Cortile è interamente decorato con numerosi stemmi, collocati lì fino alla fine del diciassettesimo secolo per rappresentare le famiglie degli studenti e coloro che occupavano posizioni accademiche all’interno della Universitas Patavina.

Nel 2013 i lavori di restauro sono completati nella parte più pittoresca del Palazzo, il famoso “Antico Cortile”; il lavoro ha comportato la conservazione della fabbrica e il restauro di tutti gli ornamenti decorativi con la rimozione di recenti interventi irrilevanti. Sono stati creati il ​​consolidamento strutturale delle lesioni in muratura, il rinforzo delle volte danneggiate e la completa revisione dei tetti con il rifacimento delle strutture portanti in cattivo stato di manutenzione. È stato effettuato il restauro di tutti gli elementi in pietra, degli intonaci storici decorati con pareti, dell’importante collezione di stemmi araldici, santuari e busti celebrativi. Infine, l’intervento ha visto la pulizia della pavimentazione del cortile e del colonnato in trachite, che nel corso dei secoli aveva perso il colore originale.

La statua di Elena Lucrezia Cornaro, diplomata nel 1678 all’Università di Padova, e soprattutto la prima donna al mondo ad ottenere una laurea (in filosofia). La statua è opera di Bernardo Tabacco, scultore bassanese del XVIII secolo, parte di un grandioso monumento che il padre di Cornaro (nobile veneziano di antico lignaggio) fece costruire nella Basilica di Sant’Antonio tra il 1684 e il 1869, trasferito al Palazzo nel 1773, come dice la targa sulla base della statua stessa.

Per quanto riguarda il nome dell’edificio, per secoli è stato identificato come Studio o Scuole del Bo o semplicemente come Bo. Il termine Palazzo Bo è stato coniato di recente sebbene non influisca sulla storia e sulla storia dell’edificio.

Università di Padova
L’Università di Padova è un’università italiana situata nella città di Padova, in Italia. L’Università di Padova è stata fondata nel 1222 come scuola di giurisprudenza. Padova è la seconda università più antica in Italia e la quinta università più antica al mondo. Nel 2010 l’università aveva circa 65.000 studenti, nel 2016 è stata classificata come “migliore università” tra le istituzioni italiane di istruzione superiore con oltre 40.000 studenti e nel 2018 la migliore università italiana secondo la classifica ARWU.

Si dice che l’università sia stata fondata nel 1222 (che corrisponde alla prima volta in cui l’Università è citata in un documento storico come preesistente, quindi è sicuramente più antica) quando un folto gruppo di studenti e professori lasciò l’Università di Bologna in cerca di maggiore libertà accademica (“Libertas scholastica”). Le prime materie da insegnare furono la legge e la teologia. Il curriculum si espanse rapidamente e nel 1399 l’istituzione si era divisa in due: una Universitas Iuristarum per il diritto civile e il diritto canonico e una Universitas Artistarum che insegnava astronomia, dialettica, filosofia, grammatica, medicina e retorica. C’era anche una Universitas Theologorum, fondata nel 1373 da Urban V.

L’università è costantemente classificata tra le migliori università italiane. Nel 2016 è stata classificata come “migliore università” tra le istituzioni italiane di istruzione superiore con oltre 40.000 studenti e nel 2018 la migliore università italiana secondo la classifica ARWU.

L’Università di Padova è anche riconosciuta nelle classifiche internazionali. Nella classifica CWUR 2019 è al 160 ° posto in tutto il mondo (2 ° in Italia solo dopo l’Università di Roma – La Sapienza). Nella classifica mondiale delle notizie degli Stati Uniti del 2019, l’Università di Padova è classificata al 122 ° posto (legata all’Università di Bologna come miglior italiano) e al 48 ° in Europa.