Coesistenza di tradizione e modernità nel Mozambico contemporaneo, Padiglione del Mozambico, Biennale di Venezia 2015

Questa è una mostra di produzione di arte contemporanea incentrata su oggetti tradizionali e moderni per esplicitare i rapporti tra arte e spiritualità, come esempio di esperienza vissuta del Mozambico, un paese di cultura eterogenea, cristallizzata custodendo capolavori del patrimonio orale e intangibile dell’umanità, noto come “Nyau” e “Timbila”.

Il display comprende elementi di produzione culturale come poggiatesta, ceramiche, maschere, perline, sculture, statue, cestini e scarificazioni del corpo, che vengono utilizzati per esprimere identità culturale, bellezza e status sociale dei membri della comunità; e, in particolare, oggetti usati per i rituali di divinazione. Si suggerisce che questa mostra abbia lo scopo di evidenziare l’importanza e la continua rilevanza che l’arte tradizionale ha nei tempi contemporanei ed esplorare il suo ruolo negli attuali sviluppi culturali. In questa analisi degli oggetti tradizionali è importante chiarire il ruolo della divinazione e il suo ruolo centrale nella società.

Alcuni artisti e commercianti contemporanei hanno perso la comprensione delle radici dell’arte tradizionale e del suo ruolo nel presente. Gli oggetti tradizionali rappresentano il continuum della vita, della morte e dell’aldilà. Gli oggetti hanno molte funzioni. Sono usati per cerimonie di guarigione, pubertà e iniziazione e possono anche rappresentare antenati o simboleggiare l’anzianità.

Si intende che l’arte tradizionale, come espressione di spiritualità e gioia di vivere, mostrerà come gli oggetti comuni possano essere considerati una forma trascendente di identità culturale; come un oggetto che è stato usato per uno scopo spirituale, diventa arte. Quando un oggetto è infuso dal potere dello spirito degli antenati, non è più un oggetto semplice perché incarna il loro spirito. Gli oggetti sacri evocano emozioni. Il potere spirituale di un oggetto d’arte tradizionale viene sentito e rivelato quando la tua mano lo tocca. Nell’arte africana esiste una connessione fondamentale tra significato e funzione di un oggetto.

Il valore spirituale e lo scopo di un oggetto influiscono sul suo valore estetico per gli africani. Questi oggetti possono essere importanti per le persone perché sono cimeli di famiglia, che collegano l’individuo agli antenati o perché hanno un significato storico. Gli oggetti sono importanti anche perché oltre ad essere trasportatori di spiritualità, collegano l’individuo a un passato culturale.

Gli oggetti d’arte tradizionali sono comunemente oggetti funzionali e dovrebbero essere esaminati nel loro contesto storico e culturale. Gli oggetti devono anche essere studiati in associazione con i rituali, la musica e la danza in cui vengono utilizzati. Come si relazionano con la vita spirituale degli antenati; è importante anche con le persone a cui appartengono o per i quali sono stati creati.

Infine, una delle principali sfide è il fatto che l’arte tradizionale, come componente importante dell’arte moderna, così come la vita di tutti i giorni, sta guadagnando il suo posto nel concetto tradizionale di arte in tutto il mondo, influenzato dai movimenti artistici, di cui i giovani creativi sono in primo piano, verso il futuro dell’umanità.

Biennale di Venezia 2015
La Biennale d’Arte 2015 chiude una sorta di trilogia iniziata con la mostra curata da Bice Curiger nel 2011, Illuminazioni, e proseguita con il Palazzo Enciclopedico di Massimiliano Gioni (2013). Con All The World Futures, La Biennale prosegue la sua ricerca su riferimenti utili per esprimere giudizi estetici sull’arte contemporanea, una questione “critica” dopo la fine dell’arte d’avanguardia e “non artistica”.

Attraverso la mostra curata da Okwui Enwezor, La Biennale torna a osservare il rapporto tra arte e sviluppo della realtà umana, sociale e politica, nella pressione di forze e fenomeni esterni: i modi in cui, cioè, le tensioni dell’esterno il mondo sollecita le sensibilità, le energie vitali ed espressive degli artisti, i loro desideri, i movimenti dell’anima (il loro canto interiore).

La Biennale di Venezia è stata fondata nel 1895. Paolo Baratta è stato presidente dal 2008, e prima ancora dal 1998 al 2001. La Biennale, che è all’avanguardia nella ricerca e promozione di nuove tendenze dell’arte contemporanea, organizza mostre, festival e ricerche in tutti i suoi settori specifici: Arts (1895), Architecture (1980), Cinema (1932), Dance (1999), Music (1930) e Theater (1934). Le sue attività sono documentate presso l’Archivio storico delle arti contemporanee (ASAC) che recentemente è stato completamente rinnovato.

Il rapporto con la comunità locale è stato rafforzato attraverso attività didattiche e visite guidate, con la partecipazione di un numero crescente di scuole venete e non solo. Questo diffonde la creatività sulla nuova generazione (3.000 insegnanti e 30.000 studenti coinvolti nel 2014). Queste attività sono state supportate dalla Camera di commercio di Venezia. È stata inoltre istituita una collaborazione con università e istituti di ricerca che organizzano tour e soggiorni speciali nelle mostre. Nel triennio 2012-2014, 227 università (79 italiane e 148 internazionali) hanno aderito al progetto Sessioni della Biennale.

In tutti i settori ci sono state maggiori opportunità di ricerca e produzione rivolte alle giovani generazioni di artisti, direttamente in contatto con insegnanti di fama; questo è diventato più sistematico e continuo attraverso il progetto internazionale Biennale College, attualmente in corso nelle sezioni Danza, Teatro, Musica e Cinema.