Camera dei giganti, video a 360 °, Palazzo Te

Sala dei Giganti: l’affresco della caduta dei Giganti fu dipinto tra il 1532 e il 1535, coprendo la stanza dalle pareti al soffitto con la rappresentazione illusoria della battaglia tra i Giganti che cercava di arrampicarsi sull’Olimpo e Zeus. La Sala dei Giganti è una delle sale affrescate più famose all’interno di Palazzo Te, progettata a Mantova da Giulio Romano.

L’Impero e i Giganti
La seconda parte del tour virtuale ruota attorno al dipinto dei Giganti, che tentano disperatamente di conquistare il monte Olimpo. È un’allegoria della inutile ribellione dei nemici di Carlo V e dell’Impero. L’affresco crea un’atmosfera particolare, evidenziando l’aspetto simile a una grotta della stanza che è simile a una grotta o un’antica tomba.

Un’opera d’arte meravigliosa che ancora oggi affascina i visitatori: la Sala dei Giganti, una stanza fatta per assomigliare a una grotta, è decorata con rappresentazioni di mostruose creature che attaccano il Monte Olimpo e il cielo. Giove sta combattendo per difendere i suoi figli. Giulio Romano trasformò la volta in un cielo, con una serie di cerchi non concentrici. La prospettiva raggiunge il culmine, qualcosa che in seguito fu imitato da molti artisti, con un baldacchino sotto il quale si erge il trono del re degli dei. Significativamente è vuoto, anche se c’è un’aquila che rappresenta sia Giove che l’impero. L’intera rappresentazione ha anche un significato politico, in quanto allude al trionfo di Carlo V e alla sconfitta del suo nemico. È interessante vedere come il pittore, probabilmente Rinaldo Mantovano,

In un modo curioso ma coerente, il cielo finisce dietro il baldacchino di Giove proprio come farebbe una volta. I cieli sono chiusi, in un modo caratteristico dell’arte di Giulio Romano, che combina una realtà inventata con uno spazio artificiale. Le dodici colonne, quasi nascoste da una nuvola, sostengono la parte immaginaria della cupola e tracciano un altro cerchio, un terzo rispetto a quello formato dalle nuvole e quello creato dal baldacchino. Il risultato è una carta celeste, che i Giganti intendono distruggere.

I Giganti, figure colossali dipinte come contadini affamati intenti a sollevare i monti e lanciarli contro la cupola dei sovrani, appaiono in molti punti del dipinto, essendo allo stesso tempo sepolti sotto le rocce che stanno cercando di sollevare. La storia illustra episodi mitologici tratti dalla letteratura latina, ma qui è importante il dinamismo della scena, che traduce la violenza dei ribelli in un movimento a rotazione continua: i Giganti sono destinati a cadere nelle viscere della terra.

L’architettura dell’universo rovesciato cade sui ribelli, a significare la sconfitta dell’irrazionalità e della furia cieca.

Storia
Fu costruito tra il 1531 e il 1536. È la sala principale dell’edificio. La caratteristica più notevole della stanza è che il dipinto copre completamente e continuamente tutte le superfici disponibili: un unico affresco che pone lo spettatore al centro dell’evento narrato nel dipinto. La stanza ha una base quadrata sormontata da un soffitto a cupola. Nella cupola è rappresentato Zeus che, con un raggio di luce, sconfigge i Giganti, ritratto a partire dal pavimento mentre stanno tentando di salire sull’Olimpo.

L’episodio riprende il mito della Gigantomachia, la lotta dei Giganti contro Giove, come narrato da Ovidio. Rispetto al testo di Esiodo, in cui i Giganti sono descritti come una specie di mostri armati di mille, qui sono rappresentati come uomini. Accanto ai giganti sono rappresentate le scimmie, assenti nel testo di Ovidio. Secondo Guthmüller queste differenze devono essere attribuite al testo usato da Giulio Romano, che non era la versione originale ma una traduzione di Niccolò degli Agostini, che aveva riportato un errore nell’interpretazione del testo precedentemente presente.

Nel dipinto di Giulio Romano troviamo lo stile del maestro Raffaello Sanzio ma più maestoso e imponente e meno raffinato.

Secondo alcuni, questo affresco potrebbe riferirsi alla vittoria di Carlo V sui protestanti, in ricordo della visita che l’imperatore aveva fatto a Mantova poco tempo prima.

Palazzo Te
Palazzo Te è un edificio storico e monumentale a Mantova. un bell’esempio di stile manierista di architettura, costruito tra il 1524 e il 1534 su commissione di Federico II Gonzaga, è l’opera più famosa dell’architetto italiano Giulio Romano. Il complesso ospita ora il museo civico e, dal 1990, il Centro internazionale per l’arte e la cultura di Palazzo Te che organizza mostre di arte e architettura antiche e moderne.