Castello, Venezia, Veneto, Italia

Castello è uno dei sei sestieri di Venezia. Castello è il più grande sestieri, situato all’estremità orientale di Venezia. Essendo l’unico sestiere non affacciato sul Canal Grande, tuttavia, ciò che colpisce di più è che questa è la sede principale della famosa Biennale di Venezia. Castello copre una vasta area vivace, con una sezione confinante con Piazza San Marco e costellata di hotel di lusso.

Il Sestiere Castello ha una vista da un lato sulla laguna con San Pietro e Sant’Elena, e dall’altro verso San Marco. In questo sestiere si trova anche Riva degli Schiavoni, una delle fondamenta più grandi della città, che si estende dallo stagno di San Marco (presso Palazzo Ducale) fino al Rio Ca’ di Dio. Il sestiere di Castello è collegato a quello di Cannaregio tramite il ponte dei Santi Giovanni e Paolo che, davanti all’omonima basilica, attraversa il fiume Mendicanti a pochi passi dal monumento a Bartolomeo Colleoni del Verrocchio.

Castello è un luogo dove si può godere di un lato più tranquillo di Venezia, lontano dal trambusto delle principali mete turistiche. È una delle zone più verdi di Venezia grazie ai Giardini e all’isola di Sant’Elena, che si caratterizzano per la presenza di alberi, fiori e parchi giochi per bambini. All’interno di queste aree si trovano la maggior parte degli impianti sportivi e un sacco di attrazioni. Più lontano da San Marco, il quartiere diventa più rilassato, con bar informali dove la gente del posto si ferma per un bicchiere di vino.

Il parco dei Giardini della Biennale ospita ad anni alterni la mostra Biennale d’arte contemporanea. Scopri il famoso Arsenale e la Biennale di Venezia, e l’istituzione culturale che organizza il Festival del Cinema di Venezia. Dopo aver partecipato alla Biennale d’Arte o alla Biennale di Architettura, alcune opere d’arte soggiornano stabilmente in quest’area. Passeggiando qui, puoi scoprire tutti i tipi di sculture, installazioni e arti decorative in qualsiasi momento.

Passeggiando nella via dello shopping di questo sestiere, Via Garibaldi, dove si vendono varie maschere veneziane realizzate nelle botteghe degli artigiani del quartiere. Negozi e ristoranti per tutte le tasche affollano Via Garibaldi. Una chicca di questo sestiere è la libreria AcquaAlta (letteralmente Acqua Alta), un luogo molto affascinante. I libri sono collocati in luoghi insoliti come barche, gondole, canoe e cisterne che salvano i libri in caso di alta marea.

Storia
Come tutta la città di Venezia, Castello si formò nell’alto medioevo da distinti insediamenti. Esistevano, almeno dall’VIII secolo, piccoli insediamenti delle isole di San Pietro di Castello. Il nome della contrada deriva da una fortificazione presente nell’alto medioevo sull’isola di Olivolo. Fu sede della prima vera diocesi veneziana e della sua cattedrale dedicata a San Pietro, ma ebbe anche importanza militare in quanto vi fu costruito un forte che doveva sorgere dove oggi si trova l’arsenale.

Nata come sede di un comando esarcale bizantino lungo la via d’acqua intracostiera che fin dall’età imperiale collegava Ravenna con Aquileia, faceva probabilmente parte di un più complesso sistema difensivo comprendente un secondo castello presso il Palazzo Ducale, nonché una cinta muraria – continua da una catena di ferro in acqua – eretta dal Doge Pietro Tribuno in occasione dell’invasione degli Ungari.

Numerosi documenti del IX-X secolo, per lo più privilegi imperiali o fonti letterarie, riportano elenchi dettagliati dei centri abitati lagunari. Segno che ormai era considerato parte integrante della civitas Rivoalti che si stava espandendo verso est. Intorno all’anno Mille, se Rialto aveva assunto il ruolo di quartiere degli affari e San Marco come centro del potere civile, Olivolo-Castello rappresentava, oltre che sede vescovile, l’area industriale e portuale della nascente Venezia.

Dal XIII secolo in poi, il quartiere si sviluppò intorno a un cantiere navale. Il territorio del sestiere era dominato dall’Arsenale della Repubblica di Venezia, allora il più grande complesso navale d’Europa. Altre strutture significative erano presso i monasteri nel nord del quartiere.

In questo quartiere aveva sede una comunità mercantile greca di circa 5.000 nel Rinascimento e nel basso medioevo, con la Scuola Flanginiana e la Chiesa greco-ortodossa di San Giorgio dei Greci, di cui la prima comprende l’Istituto Ellenico di Bizantina e Posta. -Studi Bizantini a Venezia e quest’ultima è oggi sede dell’Arcidiocesi greco-ortodossa d’Italia.

Sede vescovile fino al 1807, anno in cui Napoleone la trasferì nella basilica di San Marco, fino ad allora cappella del doge e utilizzata solo per eventi speciali. Napoleone chiuse l’Arsenale e progettò quelli che oggi sono i Giardini della Biennale. Più recentemente è stata creata l’isola di Sant’Elena e altri terreni bonificati alle altre estremità di Castello.

Attrazioni principali
Il Campo Santa Maria Formosa con due facciate, un campanile barocco e numerose opere d’arte all’interno, tra cui il Polittico di Santa Barbara di Palma il Vecchio, una delle opere più celebri di questo pittore veneziano dell’Alto Rinascimento. Poco distante si trova Palazzo Grimani, in origine residenza del doge veneziano Antonio Grimani, raro esempio di palazzo rinascimentale.

Santi Giovanni e Paolo è una delle chiese più grandi di Venezia e ospita opere di Lotto, Pietro Lombardo e Bellini. I funerali dei dogi di Venezia si sono svolti qui dopo il XV secolo, è il luogo di riposo di molti dogi prima dell’anno 1000, situato dietro Piazza San Marco. A nord, la basilica dei Santi Giovanni e Paolo ospita le tombe di numerosi dogi tra cui Nicolò Marcello, Pietro Mocenigo e Andrea Vendramin.

L’Arsenale di Venezia, oggi in parte di proprietà della Marina Militare, centro strategico del suo potere e importantissima fabbrica di navi, fu di importanza letteralmente vitale per la Serenissima. Questo enorme complesso, parte del quale è stato progettato e realizzato dal Sansovino, occupa una porzione significativa del sestiere e circa un sesto dell’intera superficie del nucleo urbano dell’isola.

Sul lato rivolto verso la parte meridionale della laguna si trova la Riva degli Schiavoni, che prende il nome dai mercanti dalmati, allora chiamati Schiavonia, che qui attraccavano le loro navi e svolgevano i loro commerci.

In questo quartiere esistevano due scuole: la Scuola di San Giorgio degli Schiavoni e la Scuola Grande di San Marco. Quest’ultimo fu adattato da Napoleone ad ospedale militare e costituisce oggi l’ingresso principale all’ospedale civile cittadino dei “Santi Giovanni e Paolo”, così chiamato perché comprende l’antico monastero che dipendeva dall’omonima basilica.

Palazzi ed edifici civili

Palazzo Malipiero-Trevisan
Palazzo Malipiero-Trevisan è un palazzo rinascimentale di Venezia. Il palazzo fu residenza della famiglia Malipiero fino alla fine del XV secolo quando passò, per matrimonio, alla famiglia Trevisan. L’impostazione della facciata simmetrica, che conserva ancora l’originario tetto in pietra d’Istria, è tipicamente di stile architettonico rinascimentale veneziano. L’edificio si compone di tre piani: un piano terra e due piani nobili. Il piano terra presenta due portali ad arco a tutto sesto sul fiume; due piani nobili della stessa disposizione sono decorati con quadrifore al centro. Le quadrifore sono decorate da parapetti scolpiti e fiancheggiate da coppie di monofore. Per abbellire e regolare le parti della facciata,vi sono nicchie e dischi marmorei, quest’ultimi richiamanti lo stile gotico-bizantino tipico del vicino Palazzo Vitturi. All’interno, al secondo piano, ci sono affreschi settecenteschi, ancora in buono stato di conservazione.

Palazzo Vitturi
Palazzo Vitturi è un palazzo di Venezia. Palazzo Vitturi è un edificio antico, fu edificato nella seconda metà del XIII secolo, e nel corso dei secoli ha subito diversi restauri che non ne hanno compromesso la struttura originaria. Oggi, in buono stato di conservazione, l’edificio ospita un albergo. La facciata di Palazzo Vitturi è di stile veneto-bizantino del XIV secolo ed è decorata con motivi gotici e moreschi. Di particolare interesse sono le aperture e le decorazioni del secondo piano nobile: una quadrifora centrale, fiancheggiata da due coppie di monofore, su cui si vedono piastrelle e patere originali. Le balaustre furono aggiunte nei secoli XVI-XVII. Ci sono affreschi all’interno del piano nobile. Il soppalco ha al centro una piccola trifora. L’ultimo piano, con le sue aperture rettangolari,risale al resto del complesso.

Grande Scuola di San Marco
La Scuola Grande di San Marco è un edificio rinascimentale, situato nel sestiere di Castello, fondato dall’omonima scuola. La scuola fu sede di una confraternita e fu istituita nel 1260, ebbe la sua prima sede presso la demolita chiesa di Santa Croce. Nel XVI secolo fu realizzata la facciata verso il Rio dei Mendicanti. Successivamente fu trasformato in ospedale civile, alterando sostanzialmente l’interno. La facciata, una delicata composizione di edicole, lesene corinzie e statue in marmo bianco e policromo, è un gioiello rinascimentale. È diviso in due parti, corrispondenti alla lounge a sinistra e all’hotel a destra. La decorazione marmorea e gli altorilievi nella parte inferiore (due leoni marciani e storie di San Marco) sono attribuiti alla bottega Lombardo.Il portale principale presenta un portico con colonne poggianti su plinti finemente intagliati. L’archivolto presenta un altorilievo nella lunetta generalmente attribuito a Bartolomeo Bon, così come la statua della Carità sovrastante. Codussi realizzò poi la facciata dell’albergo e il coronamento superiore con lunette con statue.

Al piano superiore si trovano il salone e la camera d’albergo, con splendidi soffitti a cassettoni con finiture dorate. Avevano una ricchissima decorazione pittorica che, a differenza di quanto avvenne per la Scuola Grande di San Rocco, andò perduta dopo la soppressione della confraternita. Sono state riportate nella sede originaria alcune tele con Storie di San Marco di Jacopo Palma il Vecchio, Jacopo Palma il Giovane, Domenico Tintoretto, Nicolas Régnier, Vittore Belliniano e del Padovanino. Altri dipinti con soggetto simile di Jacopo Tintoretto (tra cui il Miracolo di San Marco), Paris Bordone, Gentile e Giovanni Bellini, Giovanni Mansueti, sono esposti nelle Gallerie dell’Accademia o nella Pinacoteca di Brera.

Scuola di San Giorgio degli Schiavoni
La Scuola Dàlmata dei Santi Giorgio e Trifone, nota anche come Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, è un edificio di Venezia situato nel sestiere di Castello. Il suo interno è adornato da una serie di importanti opere d’arte, tra cui un famoso ciclo pittorico di Vittore Carpaccio. All’inizio del XVI secolo la comunità eresse a proprie spese l’attuale sito, avvalendosi del progetto di Giovanni De Zan per la facciata in stile sansoviniano. All’esterno, sulla facciata sopra l’ingresso, vi è il rilievo di San Giorgio che uccide il drago (1552) di Pietro da Salò e, sopra questo, un altro rilievo della Vergine in trono tra i Santi Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria (metà -14° secolo) di uno scultore veneziano.

Oltre al famoso ciclo pittorico del Carpaccio, nel corso dei secoli le sale si sono arricchite di vari altri dipinti, decorazioni e ornamenti. L’ambiente terreno, a pianta rettangolare e di dimensioni non elevate, fu ristrutturato a metà del Cinquecento, quando furono collocate le tele di Vittore Carpaccio, già presenti al piano superiore. La sala presenta un particolare soffitto con travi decorate e presenta, lungo le quattro pareti della sala, alcuni notevoli dipinti del ciclo dei dipinti del Carpaccio. In queste opere Carpaccio maturò con maggiore certezza il suo linguaggio, che lo portò a dipingere composizioni più libere e variegate, con un uso del colore denso e calcolatamente armonico. Sopra l’altare vi è la pala con la Madonna in trono col Bambino e angeli,opera da alcuni storici attribuita a Benedetto Carpaccio, mentre da altri al padre Vittore.

Ospedale dei Santi Pietro e Paolo
L’ospedale dei Santi Pietro e Paolo era un’istituzione con sede a Venezia. Fondato nell’XI secolo, rappresentava il più antico degli ospizi aperti in città per i pellegrini in viaggio verso la Terra Santa. In seguito fu adibito ad ospedale per la cura dei malati. Nel 1350 il complesso fu ampliato inglobando alcune case lasciate da Francesco Avanzo. Altre importanti trasformazioni avvennero tra il XVII e il XVIII secolo, con la ristrutturazione della chiesa nel 1736, e dell’intero ospedale. Dopo i restauri negli anni 1996 – 1999, il complesso, passato al Comune di Venezia, è adibito a centro culturale e residenza studentesca.

Nell’edificio originario si conserva solo un pregevole portale gotico che si affaccia sulle fondamenta di San Gioachino: risalente al XV secolo, vi è scolpita una Madonna con Bambino tra i Santi Pietro e Paolo. La chiesa aveva tre altari, di cui il maggiore recava una pala d’altare di Giuseppe Angeli (la Vergine e due apostoli). Dello stesso autore furono Cristo nell’orto e Cristo crocifisso, sempre nell’oratorio, e Crocifisso, San Gerolamo Miani e due pellegrini, nell’infermeria. Tutti i lavori sono andati perduti.

Architettura religiosa

Basilica dei Santi Giovanni e Paolo
La Basilica dei Santi Giovanni e Paolo è uno degli edifici religiosi medievali più imponenti di Venezia. Fu costruita insieme alla chiesa attigua ed era già terminata nel 1293. Fu ricostruita da Baldassare Longhena tra il 1660 e il 1675. La facciata è incompiuta ma accanto si trova la bella facciata dell’ex Scuola Grande di San Marco. È considerato il pantheon di Venezia grazie al gran numero di dogi veneziani e altri importanti personaggi che vi furono sepolti fin dal XIII secolo.

Oggi ospita l’Ospedale Civile di Venezia. Si articola intorno a due chiostri e un cortile. Ad est si trova il dormitorio dei frati, attraversato da un lunghissimo corridoio su cui si aprono le celle. L’interno è austero e arioso. Lo scalone Longhena è caratterizzato da magnifici intarsi marmorei; la biblioteca conserva ancora il bel soffitto ligneo di Giacomo Piazzetta (1682), con tele di Federico Cervelli. Nel campo, di fronte alla chiesa, si trova il monumento a Bartolomeo Colleoni, opera del Verrocchio e uno dei massimi monumenti della statuaria rinascimentale.

Chiesa di San Zaccaria
La chiesa di San Zaccaria è un luogo di culto cattolico della città di Venezia. La chiesa di San Zaccaria si trova nel centro di Venezia, vicino a Piazza San Marco e al Palazzo Ducale. Antichissima chiesa risalente al IX secolo, alle origini della città, era un luogo strettamente legato alla storia arcaica di Venezia. L’attuale edificio fu costruito tra il 1444 e il 1515, in uno stile che mescola gotico e rinascimentale. La chiesa a tre navate, con volte a crociera, ha una facciata tripartita con colonne binate e aperta da numerose finestre, in numero decrescente dal basso verso l’alto, dominate dal grande timpano ad arco sormontato dalla statua di San Zaccaria.

All’interno le tombe di numerosi dogi e opere di notevole valore tra cui i polittici scolpiti da Ludovico da Forlì e una pala d’altare del 1505 del Bellini, Madonna in trono con Bambino e santi e dipinti raffiguranti l’Adorazione dei Magi e l’Adorazione dei Pastori. Sulla parete interna della facciata si trovano quattro opere di Antonio Vassilacchi. Nelle lunette alle pareti, composte da 8 opere di Andrea Celesti,Giovanni Antonio Fumiani, Daniel Heintz, Antonio Zanchi e Antonio Zonca, illustra, un caso praticamente unico, le vicende storiche e mitiche del monastero e della chiesa di San Zaccaria . All’ingresso sinistro del deambulatorio si trova la tomba di Alessandro Vittoria. La Cappella di S. Atanasio costituiva il coro delle monache.La Cappella di San Tarasio costituiva l’abside della primitiva chiesa. La cripta si accede attraverso la Cappella di San Tarasio. Fu edificata tra il X e l’XI secolo ed è divisa in tre navate da colonne che reggono volte a crociera.

Chiesa di S. Francesco della Vigna
La chiesa di San Francesco della Vigna è un edificio religioso della città di Venezia. Nel 1534 la chiesa fu costruita sul sito del monastero. Fu progettato dal Sansovino. La facciata fu costruita nel 1568-1577. Proiettate su un unico piano la navata principale, coperta da un grande timpano, e le due laterali coperte da due semitimpani, il problema compositivo era costituito dal collegamento organico dei due sistemi e dal rapporto modulare dei due ordini, il maggiore detto per reggere il timpano maggiore e il minore i due semitimpani. Nelle nicchie, in facciata, si trovano due statue in bronzo di Tiziano Aspetti: a sinistra una statua di Mosè ea destra una statua di San Paolo.

L’interno di San Francesco della Vigna è a croce latina con navata centrale, cappelle laterali, altare e coro più profondo. Lo spazio delle navate, inizialmente scandito solo da pilastri isolati con funzione di sostegno degli archi. Sulla controfacciata si trova a destra una Madonna con Bambino, rilievo bizantino policromo del XII secolo, mentre a sinistra i Santi Girolamo, Bernardino da Siena e Ludovico di Tolosa, trittico di Antonio Vivarini, restaurato nel 1982. La chiesa sullo sfondo termina con un profondo presbiterio a pianta perfettamente rettangolare diviso in due parti da un altare dietro il quale si trovava il coro dei frati. Le cappelle laterali, che ospitano sepolture illustri, furono decorate a spese della nobiltà veneziana.

Chiesa della Pietà
La Chiesa della Misericordia o S. Maria della Visitazione è un luogo di culto cattolico della città di Venezia. L’attuale chiesa fu costruita tra il 1745 e il 1760, la facciata rimase però incompiuta fino ai primi del Novecento. L’edificio è uno dei più eleganti e suggestivi del Seicento, nel Settecento ospitò un orfanotrofio e un ospedale. Sul soffitto dell’ingresso principale c’è un meraviglioso affresco del Tiepolo: Fortitude Peace è uno dei suoi massimi capolavori. Degni di nota sono anche gli affreschi che adornano la volta del coro, che compongono il Trionfo della Fede. Qui Tiepolo eccelleva, dipingendo la Gloria del Cielo. La chiesa è anche conosciuta tra gli appassionati di musica classica come la chiesa in cui il prete cattolico e compositore Antonio Vivaldi lavorò per la maggior parte della sua vita.

L’interno è a pianta ovoidale, caratterizzato da due cori con grate in ferro battuto, che si sviluppano lungo le pareti laterali. Il soffitto dell’ingresso principale ospita un affresco di Giambattista Tiepolo, La Rocca e la Pace. Su entrambi i lati c’erano due altari. L’altare della cappella maggiore, in marmo, è del XVIII secolo ed è caratterizzato da un ricco tabernacolo barocco, circondato da figure in bronzo dorato, opera di Giovanni Maria Morlaiter (Gli Arcangeli Gabriele e Michele), Antonio Gai (San Marco) e Giovanni Marchiori (San Pietro). Sul soffitto è presente un altro affresco di Giambattista Tiepolo, Le virtù teologali, realizzato tra il 1754 e il 1755. Sopra la porta d’ingresso del coro vi è un dipinto del Moretto, Cena in casa di Simone fariseo, del 1544,che originariamente si trovava nel convento di San Fermo e Rustico di Monselice. Il soffitto del coro è decorato da un altro affresco del Tiepolo, il Trionfo della Fede.

Chiesa di San Giovanni in Bragora
La chiesa di San Giovanni in Bragora è un luogo di culto cattolico della città di Venezia. La sua fondazione risale all’829. Fu ricostruita nel X secolo, e nuovamente nel 1178. Nel 1464 la chiesa fu ristrutturata secondo un modello tardogotico, nella forma che conosciamo oggi. Il ristrutturato pur mantenendo la struttura basilicale, realizza una facciata in laterizio con le consuete forme tardogotiche locali, con la tripartizione corrispondente alle navate; interessante il soffitto a capriate lignee.

All’interno è stata eretta la cappella dedicata a San Giovanni l’Elemosiniere, che custodisce le preziose reliquie del santo. L’insieme, in legno dorato e policromo, presentava una struttura piuttosto ricca e complessa. Il lavoro di intaglio era stato affidato a due distinti maestri: Alessandro da Caravaggio era responsabile della struttura del monumento con l’altare e l’urna, Leonardo Tedesco il rilievo con la figura del Santo, dorato e dipinto da Leonardo Boldrini. C’erano alcune opere di Jacopo Palma il Giovane. L’altare maggiore ospita due grandi statue di San Giovanni l’Elemosiniere e San Giovanni Battista. A destra del presbiterio si trova una piccola cappella. Accanto a questa, la sagrestia, che ospita opere di Alvise Vivarini, Cristo risorto, e di Giambattista Cima da Conegliano, Sant’Elena e Costantino ai lati della croce. Altre importanti opere di Bartolomeo Vivarini, il trittico Sant’Andrea tra i Santi Martino e Girolamo.

Chiesa di San Giorgio dei Greci
La chiesa di San Giorgio dei Greci è un edificio religioso della città di Venezia. L’edificio nasce come chiesa greco-cattolica. La costruzione dell’edificio, in stile tardo rinascimentale, iniziò nel 1536. L’esterno dell’edificio fu infine completato nel 1571 con la costruzione della cupola. Nell’edificio attiguo alla chiesa si trova un piccolo Museo delle icone greco-bizantine e dei paramenti sacri ortodossi. Secondo le cronache, già in costruzione e prima che il campanile fosse completato. L’interno è davvero magnifico: da segnalare la cupola emisferica, con il centro ricoperto da affreschi di G. di Cipro.

L’interno è a navata unica ed è ricoperto da affreschi, opera di Giovanni di Cipro, con un coro ligneo a due ordini lungo le pareti laterali e opere di Giovanni Grapiglia. L’iconostasi è caratterizzata da decorazioni marmoree e dipinti di Michele Damasceno raffiguranti vari santi e, sull’architrave, le Dodici Feste. Sempre nello ierone si trova un affresco di Michele Damasceno (Apostoli e Santi greci), sulla piccola abside sopra l’altare maggiore, mentre l’abside e l’arco trionfale sono ricoperti di mosaici del primo Seicento. Numerose sono anche le altre opere pittoriche: l’Ascensione di Giovanni Ciprioto, la tavola dell’Ultima Cena del cretese Benedetto Emporios e la Deposizione di Michele Damasceno.Sulle pareti della cappella che ospita l’altare della Preparazione vi è un’icona della Vergine con camicia d’argento. Completano l’arredo della chiesa un leggio del 1663 in tartaruga e madreperla e quattro candelabri in bronzo dei primi del Seicento.

Basilica di San Pietro di Castello
La basilica di San Pietro di Castello è un importante luogo di culto a Venezia, fino al 1807 cattedrale del patriarcato di Venezia. Costruita a partire dall’822 – 823 e completata intorno all’831 – 832, è stata più volte restaurata e ricostruita tra il XVI e il XVII secolo. La monumentale facciata è del 1594-1596 e il campanile isolato, opera di Mauro Codussi (1482-1490). La facciata del progetto è attribuita al Palladio, sua prima opera a Venezia. La struttura era a tre navate, facciata tripartita e absidi circolari. Il tema fondamentale prevede un ordine maggiore in corrispondenza della navata centrale, e uno minore rispetto a quelle laterali. Il tutto è decorato da un bassorilievo ottocentesco raffigurante La Carità, opera dello scultore Marsili. Lo stile può essere definitoclassico.L’edificio è a croce latina con tre navate divise da tre archi ciascuna, con all’interno un altare; all’incrocio con il transetto si trova la cupola. Il profondo presbiterio, che segue la grande navata centrale della chiesa, è affiancato da due cappelle laterali.

La Cattedra di San Pietro, che secondo la tradizione apparteneva allo stesso Apostolo quando era vescovo di Antiochia. Nella navata destra San Pietro in Cattedra e quattro Santi di Marco Basaiti. Tra le due cappelle, l’opera del Veronese del 1585 circa, i Santi Giovanni Evangelista, Pietro e Paolo, l’Immacolata Concezione di Giovanni Maria Morlaiter, sec. XVIII, e Il Martirio di San Giovanni Evangelista, del Padovanino. La Cena in Emmaus di Pietro Malombra e Antonio Vassilacchi, sulla parete sinistra del portale. Nella navata sinistra la cappella Vendramin e la cappella Lando, con pala musiva di Arminio Zuccato, su cartone forse di Jacopo Tintoretto, 1570. Mentre a destra, di Jacopo Beltrame, XVI secolo, Cena in casa di Simone, due statue di Orazio Marinali,Fede e meditazione intorno al Crocifisso di Jacopo Strada. San Giorgio e la principessa e il drago, opera di Marco Basaiti; dal 1985 è in deposito presso le Gallerie dell’Accademia.

Chiesa di San Lorenzo
La chiesa di San Lorenzo è un edificio religioso della città di Venezia. La chiesa risale al IX secolo e fu annessa al vicino monastero benedettino. Fu ricostruita nel 1580-1616 su progetto di Simone Sorela. L’altare maggiore fu in parte scolpito da Giovanni Maria da Cannaregio su disegno di Girolamo Campagna. Quest’ultimo scultore completò le statue dei Santi Lorenzo e Sebastiano. Vi fu sepolto Marco Polo, per sua richiesta sul letto di morte.

L’interno è particolarmente originale, con la sua vasta area divisa quasi al centro da tre grandi archi per separare lo spazio del recinto da quello pubblico. La base degli archi laterali è chiusa da un muretto con porte e finestre, adibito a salottino, e sopra un’elaborata ringhiera (un tempo dorata) termina la separazione, ma lascia comunque una percezione di ariosità. All’interno dell’arco centrale più alto si trova il grande altare maggiore. I tratti del soffitto corrispondenti ai due tramezzi della pianta sono divisi ai lati in volte a botte, orientate ortogonalmente all’edificio, collegate da costoloni alle volte a crociera della fascia mediana, allineate tra le grandi finestre termiche e l’arco centrale ; ogni spicchio con la sola semplice decorazione di un discreto rosone centrale.L’altare maggiore è l’unico superstite tra quelli della chiesa.

Chiesa di Santa Maria Formosa
La Chiesa della Purificazione di Maria detta Santa Maria. La Chiesa è una delle otto chiese edificate nel VII secolo da San Magno, Vescovo di Oderzo. La leggenda narra che la Vergine Maria gli apparve sotto forma di matrona ben proporzionata. La chiesa è stata costruita più volte nel corso dei secoli. Mauro Codussi edificò sull’originaria croce greca, la pianta latina a tre navate, con il presbiterio affiancato da due cappelle minori per lato, e grandi cappelle ai lati delle navate minori rese più ariose dalle grandi bifore laterali con cui comunicano tra loro e con il transetto. All’interno è stato ripreso il tema brunelleschiano degli elementi architettonici in pietra grigia che risaltano sugli intonaci bianchi.

La facciata dall’aspetto classico, è divisa in tre parti da fasci di semipilastri corinzi specchiati posti a coppie su alte basi e chiusi, sopra l’alta trabeazione, un grande timpano coronato da acrotere a forma di vaso. La facciata rivolta a nord è suddivisa su due livelli, il primo è in cinque parti da un ordine minore di lesene ioniche che racchiudono archi ciechi sui lati. Il secondo livello è collegato al primo dai due pilastri corinzi e specchiati dell’ordine maggiore su cui poggia il timpano. Il campanile barocco fu costruito nel 1668 su progetto di Francesco Zucconi. Presenta tre navate centrali, coro, transetti con volte a crociera e cupola emisferica. La chiesa custodisce anche alcuni meravigliosi dipinti di Bartolomeo Vivarini, Palma il Giovane e Palma il Vecchio.

Altri edifici religiosi includono:
Chiesa di Sant’Antonin;
Chiesa di San Biagio;
Oratorio di Ca’ di Dio;
Chiesa della Madonna dell’Arsenale;
Chiesa di Sant’Anna;
Chiesa di Sant’Elena;
Chiesa di Santa Giustina;
Chiesa di Santa Maria del Pianto;
Chiesa di San Martino;
Chiesa di San Francesco di Paola;
Chiesa di San Giovanni di Malta;
Chiesa di San Giovanni Nuovo;
Chiesa di San Giuseppe di Castello;
Chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti;
Chiesa di San Lio;
Chiesa di Santa Maria.

Spazio culturale

Museo Diocesano di Arte Sacra di Sant’Apollonia
Il Museo Diocesano di Arte Sacra “Sant’Apollonia” è un museo di Venezia. Arredi e oggetti religiosi provenienti da chiese e conventi demoliti, uno dei chiostri romanici più suggestivi di Venezia. Si trova nell’antico monastero benedettino dell’isola Ammiana, nei pressi di Torcello, oggi scomparso. Il Museo Diocesano di Arte Sacra è stato trasferito alla fine del 2020 presso la Pinacoteca Manfrediniana. Il chiostro romanico, il più antico di Venezia, ospita dal 1969 il Lapidario di Marciano, raccolta di frammenti lapidei romani, bizantini e veneto-bizantini, provenienti principalmente dall’antica basilica di San Marco.

Il percorso museale si sviluppa in sei sezioni espositive. Pinacoteca: La sezione raccoglie un’interessante raccolta di dipinti. Gioielli: Il museo possiede una delle più importanti e antiche collezioni di argenteria sacra composta da circa 200 pezzi, databili dal XIV al XXI secolo, provenienti da varie chiese veneziane. Opere in legno: Il museo annovera tra le sue opere una ricca collezione di sculture lignee che vanno dal XIV al XVI secolo. Madonne vestite: Nel museo diocesano si trova una notevole collezione di Madonne vestite con abiti tradizionali veneziani, molto interessante sia dal punto di vista storico-artistico che sociale. Paramenti, stoffe e codici miniati: Il museo conserva paramenti sacri, databili dal XVIII al XIX secolo.Arte Contemporanea: Il Museo ha circa 40 dipinti di arte contemporanea. La sezione è nata grazie alle donazioni di artisti. Il tema sacro è stato ripensato attraverso diversi media e tecniche miste.

Museo Storico Navale
Il Museo Storico Navale, di proprietà della Marina Militare Italiana, si trova nell’Arsenale di Venezia. Il museo raccoglie testimonianze storiche riguardanti la navigazione ed in particolare la storia marittima italiana e la marina veneziana. Fanno parte del museo anche il “Padiglione delle Navi” nell’antica bottega dei remi dell’arsenale e la chiesa di San Biagio, antico luogo di culto della marina veneziana e poi austriaca, infine adibita alle funzioni religiose della Marina Militare personale. L’edificio principale raccoglie cimeli artistici e storici legati alla storia della marina italiana distribuiti in 42 sale espositive su un totale di cinque piani. I primi tre livelli sono dedicati alle imprese, alle attrezzature e ai personaggi della Marina Militare di Venezia e della Marina Militare Italiana,con alcune testimonianze delle altre Repubbliche Marinare al terzo piano. Sempre al terzo livello si trova una sala dedicata al Bucintoro, l’antica barca cerimoniale del doge.

Al quarto piano, qui sono esposti modelli di barche tipiche della laguna di Venezia, barche da pesca e varie gondole, tra cui quella donata da Peggy Guggenheim al museo dopo la sua morte. In un’ulteriore sala sono collocati altri modelli di navi orientali e vari cimeli. Il quinto piano, detto anche “sala svedese”, è dedicato ai collegamenti tra Venezia e Svezia e tra le marine italiane e svedesi, a testimonianza dell’aiuto che le nostre industrie hanno portato alla formazione della marina e dell’aviazione del paese scandinavo. Una ricca collezione di conchiglie donata da Roberta di Camerino è stata collocata in una piccola stanza a cui si accede tramite una scala. Padiglione delle navi aperto al pubblico solo in occasioni speciali,il padiglione espone autentiche navi veneziane e militari e una parte della sala macchine dello yacht Elettra. La Chiesa di San Biagio appartiene alla Marina Militare e gli equipaggi delle navi di stanza a Venezia hanno sempre “preso messa” qui prima di prendere il mare.

Fondazione Querini Stampalia
La Fondazione Querini Stampalia è una fondazione culturale di Venezia. All’istituzione è stato affidato il compito di promuovere il culto dei buoni studi e delle discipline utili, che mette a disposizione del pubblico una biblioteca, un museo e spazi dove si tengono mostre temporanee, con particolare attenzione all’arte contemporanea. Situata al primo piano di Palazzo Querini Stampalia, la Biblioteca conserva un patrimonio bibliografico di circa 350.000 volumi, che si articola in raccolte storiche, derivanti da raccolte di famiglia, e raccolte moderne, costituite dopo la fondazione della Fondazione e in continua crescita. Nelle sale di consultazione e lettura, organizzate a scaffali aperti secondo la Classificazione Decimale Dewey, sono disponibili 32.000 volumi, mentre nell’emeroteca sono presenti 300 riviste e 20 quotidiani,sia nazionali che esteri.

Allestito al secondo piano di Palazzo Querini Stampalia, il Museo deve le sue collezioni alle raccolte artistiche formatesi nel corso della storia della famiglia cui si sono affiancate acquisizioni e donazioni dopo la fondazione della Fondazione. Residenza-museo della famiglia Querini-Stampa, biblioteca, pinacoteca, mobili e oggetti per la casa dal Cinquecento in poi, importanti dipinti di Bellini, Palma, Ricci, Tiepolo e Longhi. Si propone al pubblico come casa museo in cui è esposta una collezione di dipinti che vanno dal Trecento al Novecento, prevalentemente di scuola veneziana, arredi settecenteschi e neoclassici, sculture, lampadari in vetro di Murano, porcellane, oggetti d’arte e arredi.

Museo di Palazzo Grimani
Palazzo Grimani di Santa Maria Formosa è un museo statale, situato a Venezia. Un gioiello di architettura rinascimentale inaugurato nel 2008 come museo civico veneziano, collezioni di dipinti, collezione archeologica di reperti greci e romani, mostre temporanee. Il palazzo è, per la storia dell’arte e dell’architettura a Venezia, un elemento unico e prezioso. La sua peculiare forma architettonica, le decorazioni ricche di enigmi e diverse interpretazioni, nonché la storia delle vicende della famiglia Grimani di Santa Maria Formosa, sono ancora oggi un appassionato oggetto di studio e ricerca.

Il lungo restauro ha restituito alla visione dei visitatori gli ambienti, tra cui: il Camerino di Callisto, con stucchi di Giovanni da Udine, il Camerino di Apollo, con affreschi di Francesco Salviati e Giovanni da Udine, la Sala del Doge Antonio, decorata con stucchi e marmi policromi, la Sala a Fogliami di Camillo Mantovano, con il soffitto interamente ricoperto di alberi da frutto, fiori e animali, e la Tribuna che ospitava più di cento pezzi della collezione archeologica. Altre opere esposte nel museo si riferiscono agli interessi collezionistici della famiglia Grimani. Nella Sala di Psiche si può ammirare la tela con l’Offerta di doni a Psiche, antica copia dell’originale di Francesco Salviati, già posta al centro del soffitto ligneo smembrato a metà dell’Ottocento.

Spazio pubblico

Arsenale di Venezia
L’Arsenale di Venezia è un antico complesso di cantieri navali e officine che costituisce una parte molto ampia della città insulare di Venezia, alla sua estremità orientale. Era il cuore dell’industria navale veneziana. L’arsenale di Venezia ha anticipato di qualche secolo il moderno concetto di fabbrica, inteso come complesso produttivo in cui maestranze specializzate svolgono in successione le singole operazioni di montaggio di un manufatto, lungo una catena di montaggio e utilizzando componenti standard. Rappresenta il più importante esempio di grande complesso produttivo a struttura centralizzata dell’economia preindustriale. La proprietà della maggior parte dell’Arsenale è passata, dal 2013, al Comune di Venezia, mentre la restante parte resta alla Marina Militare Italiana,presente sul territorio con il suo Istituto di Studi Militari Marittimi e il Museo Storico Navale. Circa un quarto del grande complesso è utilizzato dalla Biennale di Venezia per le sue mostre d’arte contemporanea.

Ponte dei Sospiri
Il Ponte dei Sospiri è uno dei ponti più famosi di Venezia. Realizzata nel XVII secolo in pietra bianca d’Istria, è opera dell’architetto Antonio Contin. Il ponte collega Palazzo Ducale alle Carceri e serviva proprio per trasportare i detenuti dalle celle alla corte. Gli fu dato questo nome perché la tradizione vuole che, ai tempi della Serenissima, i prigionieri, attraversandola, sospirassero alla prospettiva di vedere per l’ultima volta il mondo esterno. Conosciuto in tutto il mondo, è fotografato da turisti di tutto il mondo. Il Ponte dei Sospiri è visibile solo dal Ponte della Paglia o dal Ponte della Canonica.

Monumento equestre a Bartolomeo Colleoni
Il Monumento equestre a Bartolomeo Colleoni è una statua in bronzo, è la seconda statua equestre del Rinascimento, dopo il monumento al Gattamelata di Donatello a Padova, del 1446 – 1453. L’opera del Verrocchio si differenzia dall’illustre precedente di Donatello anche per i valori stilistici dell’opera . All’andatura concentrata e serena del Gattamelata, Verrocchio contrappone un capo allestito secondo un rigore dinamico inedito, con il busto rigido ed energicamente ruotato, la testa saldamente puntata verso il nemico, le gambe rigidamente divaricate come compassi, i gesti grintosi e vitali . Le linee di forza ortogonali (orizzontali nel profilo superiore della schiena e del collo del cavallo, verticali nella figura del capo) amplificano l’effetto dinamico.

Circostante

Chiesa di San Michele in Isola
La chiesa di San Michele in Isola, detta anche San Michele di Murano, data la sua vicinanza all’isola di Murano, è un edificio religioso di Venezia, situato nell’isola di San Michele. Questa chiesa offre un esempio di epoca rinascimentale. La chiesa è stata progettata da Mauro Codussi e ospita il cimitero cittadino. La facciata è tripartita, liberamente ispirata al Tempio Malatestiano dell’Alberti, con due livelli sovrapposti. Quella inferiore è caratterizzata da un bugnato liscio, che ricopre anche le lesene ioniche, all’interno della quale si apre un portale centrale con timpano triangolare e due alte finestre ad arco in corrispondenza delle navate laterali. Il livello superiore, anch’esso tra lesene ioniche, è invece liscio, e vi è un grande oculo, attorno al quale sono disposti quattro dischi di marmi policromi.Questo secondo livello è sormontato dal frontone curvilineo, mentre i lati sono collegati da due ali a curvatura più bassa, con fini ornamenti a rilievo di conchiglie; nel punto in cui si raccordano alla parte centrale vi è una cornice sporgente che taglia in due le lesene.

Cimitero di San Michele
Il cimitero di San Michele si trova sull’omonima isola della laguna di Venezia, situata tra Venezia e Murano. A seconda della confessione religiosa, il cimitero è suddiviso in aree cattoliche, ortodosse ed evangeliche. Cimitero istituito in seguito all’editto di Napoleone Bonaparte nel 1804, facente parte del circuito europeo dei cimiteri monumentali. Nel cimitero di San Michele sono sepolti il ​​ballerino russo Serge Diaghilev, il fisico austriaco Christan Doppler, il poeta americano Ezra Pound, il compositore russo Igor Stravinsky e il compositore italo-tedesco Ermanno Wolf-Ferrari. L’emiciclo 22 all’ingresso del cimitero storico monumentale ottocentesco è composto da 38 edicole, che comprendono diverse cappelle nobiliari private appartenenti a famiglie nobili.Un ponte galleggiante permette di raggiungere a piedi il Cimitero per la Commemorazione dei defunti.