Cannaregio, Venezia, Veneto, Italia

Cannaregio è uno dei sei sestieri (quartieri) di Venezia. Cannaregio è un ottimo posto da esplorare se vuoi apprezzare la vera vita locale della città. Il quartiere è noto per la sua atmosfera giovanile e i numerosi bacaros, è un ottimo posto per assaporare la vita locale.

Il sestiere di Cannaregio è il più grande della città dopo Castello e il più popolato e occupa quasi tutta la parte della città a nord del Canal Grande, estendendosi dalla stazione ferroviaria, a nord del sestiere di Santa Croce a cui è collegato tramite gli Scalzi ponte e il ponte della Costituzione, fino a Castello, con cui confina quasi interamente a est ea sud, ad eccezione della pieve di San Canciano che confina con Campo San Bartolomeo, nel sestiere di San Marco.

Cannaregio ha alcune delle zone più tranquille e attraenti della città. Una delle principali attrazioni è l’area del Ghetto Ebraico con la sua storia commovente e diverse sinagoghe. Cannaregio è nota per il ghetto ebraico del XVI secolo. Visita il Ghetto Ebraico, le sinagoghe e il Museo Ebraico di Venezia, prova le tradizionali prelibatezze ebraiche.

Ci sono una serie di belle chiese, tra cui la Chiesa della Madonna dell’Orto, una bella chiesa dedicata a San Cristoforo. Nascosti all’interno ci sono bellissimi pezzi di artisti locali Bellini e Tintoretto. All’interno c’erano alcune delle opere di Tintoretto, Santa Maria dei Miracoli rivestita di marmo con i suoi interni intricati e Santa Maria Assunta con i suoi interni rivestiti di marmo bianco e verde.

La Strada Nova è una popolare via per lo shopping locale e le stradine secondarie sono una destinazione per l’artigianato e i prodotti vintage. Ristoranti e bar informali lungo il canale fiancheggiano le vicine Fondamenta della Misericordia e Fondamenta dei Ormesini. Il maestoso palazzo Ca’ d’Oro espone una collezione d’arte rinascimentale.

Oggi il sestiere Cannaregio rappresenta a pieno titolo un luogo di divertimento a Venezia Le vie dello shopping più importanti sono Strada Nova e Lista di Spagna, frequentate anche dai giovani per la presenza di bar e altri punti di ritrovo. Una zona da non perdere è quella dei bar e ristoranti di Cannaregio che si trova nella parte nord del sestiere.

Storia
Il Canale di Cannaregio, che era la principale via di accesso alla città fino alla costruzione di un collegamento ferroviario con la terraferma, ha dato il nome al quartiere (Canal Regio è italiano per Royal Canal). Lo sviluppo iniziò nell’XI secolo quando l’area fu bonificata e furono dragati canali paralleli. Sebbene siano stati costruiti eleganti palazzi di fronte al Canal Grande, l’area è cresciuta principalmente con l’edilizia popolare e la produzione.

A partire dal 1516, gli ebrei furono limitati a vivere nel ghetto veneziano. I numerosi ebrei (fino a 4.000 persone), usurai e abili mercanti dovevano risiedere. Dal nome veneziano “Ghetto” deriva il toponimo con cui verranno indicati i luoghi di residenza forzata degli ebrei in tutto il mondo. Era chiuso da cancelli custoditi e nessuno poteva andarsene dal tramonto all’alba. Tuttavia, gli ebrei ricoprivano posizioni di successo in città come mercanti, medici, prestatori di denaro e altri mestieri. Le restrizioni alla vita quotidiana degli ebrei continuarono per più di 270 anni, fino a quando Napoleone Bonaparte conquistò la Repubblica di Venezia nel 1797. Rimosse le porte e diede a tutti i residenti la libertà di vivere dove volevano.

Nel XIX secolo, gli ingegneri civili costruirono una strada chiamata Strada Nuova attraverso Cannaregio e furono costruiti un ponte ferroviario e un ponte stradale per collegare direttamente Venezia a Mestre. In conseguenza di ciò, nel 1858 fu eretto il terzo ponte sul Canal Grande, il Ponte degli Scalzi. Le zone poste esternamente verso la laguna (Baia del Re, Chiovere, San Girolamo) fino agli anni settanta erano considerate infami per l’alta percentuale di delinquenti residenti. Una serie di interventi di riqualificazione, tra cui la realizzazione di nuovi complessi residenziali su aree industriali dismesse, hanno consentito il pieno recupero dell’area.

Oggi, le zone del quartiere lungo il Canal Grande dalla stazione ferroviaria al Ponte di Rialto sono piene di turisti, ma il resto di Cannaregio è residenziale e relativamente tranquillo, con mercati mattutini, negozi di quartiere e piccoli caffè. Le fondamenta ei campielli di Cannaregio sono molto meno affollati e questo permette una visita più tranquilla alle numerose opere d’arte distribuite nel Sestiere.

Attrazioni principali

Palazzi ed edifici civili

Palazzo Bonfadini Vivante
Palazzo Bonfadini Vivante è un palazzo di Venezia. Il palazzo fu costruito nel XVI secolo, la facciata ancora oggi visibile fu completata a metà del XVII secolo. Nella prima metà del Novecento l’edificio ha subito un lungo degrado, dal quale è stato riscattato con un importante intervento di restauro, effettuato dai nuovi proprietari negli anni novanta.

La facciata del palazzo è piuttosto semplice, su tre livelli e sopra un attico. La struttura presenta al piano terra due portali rettangolari affiancati da finestre quadrate. Il secondo piano nobile è decorato con l’elemento più importante, una serliana con parapetto metallico. Il primo piano nobile sottostante ha un impianto simile con aperture quadrangolari minori, anch’esse con parapetto. La facciata termina infine con una sottile cornice dentellata e marcapiano. Di maggior pregio artistico gli interni, in cui si celano dipinti grandiosi, realizzati tra il XVIII e il XIX secolo: una serie di stucchi di Giuseppe Castelli accompagna un ciclo di affreschi neoclassici, tra i cui autori si ricordano Giuseppe Borsato e Giambattista Canal.

Palazzo Correr Contarini Zorzi
Palazzo Correr Contarini Zorzi è un palazzo rinascimentale a Venezia, Italia. Costruito nel 1678 sul luogo dove sorgeva un antico palazzo gotico, di cui sopravvivono solo le colonne angolari, l’edificio è stato recentemente ristrutturato. Il palazzo offre un’imponente facciata seicentesca con due imponenti portali d’acqua monumentali, decorati da teste ad arco. I portali hanno aperture principali circondate da finestre quadrangolari; la loro posizione simmetrica a quella delle finestre dei piani superiori. Ci sono due piani nobili di uguale importanza e dello stesso disegno. I pavimenti sono decorati da trifore con balconcini spostati a sinistra e fiancheggiati da coppie di monofore a sinistra e (doppie) a destra. Le fasce orizzontali in pietra d’Istria sottolineano la simmetria e l’armonia di tutti gli elementi.La facciata termina con una balaustra bianca, che delimita un ampio terrazzo di copertura ed è sorretta da un cornicione dentellato. All’interno del palazzo sono presenti affreschi neoclassici.

Palazzo Giustinian Pesaro
Palazzo Giustinian Pesaro è un palazzo gotico situato a Venezia. Il palazzo risale alla fine del XIV secolo; fu poi rimaneggiata nel corso del XVIII e XIX secolo. Il palazzetto ha un’atipica pianta ad L e un giardino verso il Canal Grande. La facciata gotica, perfettamente restaurata, presenta i risultati delle numerose modifiche che l’hanno interessata nei secoli passati. Il palazzo ha due piani nobili decorati da quadrifore spostate verso destra, per cui la facciata appare asimmetrica. Ogni quadrifora è sorretta da una coppia di monofore dal lato sinistro. Tutte le aperture ogivali sono circondate da cornici dentellate e decorate dal tipico fiore in cima. La facciata prospiciente il grande giardino è stata rimaneggiata nel corso del Settecento, mentre l’intero complesso è stato rialzato nell’Ottocento.L’edificio è stato trasformato da residenza ad attività alberghiera nel 2006.

Palazzo Falier
Palazzo Falier è un edificio civile situato a Venezia. Il palazzo è particolarmente noto per essere stato la dimora di Marin Falier, Doge della Repubblica di Venezia. Il palazzo è uno degli edifici più antichi esistenti a Venezia. Eretto in forma primitiva nel corso dell’XI secolo, il palazzo fu distrutto da un incendio e ricostruito nel 1105. Successivamente la struttura fu oggetto di numerosi rimaneggiamenti, che ne modificarono parzialmente la struttura. Attualmente il primo piano è sede di un’attività alberghiera.

Sorge su un caratteristico portico a sei arcate, parallelo al Rio dei Santi Apostoli, e si affaccia sull’adiacente Campo con straordinaria monumentalità. La facciata, esemplificazione dell’influenza bizantina a Venezia, presenta elementi molto antichi, tra cui le due bifore con tribuna pedonale rialzata, impilate in modo impreciso. Notevoli anche le decorazioni risalenti al XIII e XV secolo: due formelle, due patere e due scudi gotici. Il monocromo della facciata è interrotto da monofore, posizionate a coppie accanto alle plurifore.

Palazzo Labia
Palazzo Labia è un palazzo barocco a Venezia, Italia. Costruito nel XVII-XVIII secolo, è uno degli ultimi grandi palazzi di Venezia. Il palazzo fu progettato dall’architetto Andrea Cominelli (secondo altri da Alessandro Tremignon), la facciata principale è sul canale di Cannaregio; una facciata minore a tre campate si affaccia sul Canal Grande. Da Campo San Geremia si accede ad una facciata successiva, probabilmente disegnata da Giorgio Massari. È notevole per la notevole sala da ballo affrescata 1746-1747 da Giovanni Battista Tiepolo, con opere decorative in trompe-l’œil di Gerolamo Mengozzi-Colonna.

Nella sala Giambattista Tiepolo dipinse il magnifico ciclo di affreschi dedicato alle Storie di Antonio e Cleopatra, nelle pareti tra figure allegoriche e mitologiche si trovano le due scene principali l’Incontro tra Antonio e Cleopatra e il Banchetto di Antonio e Cleopatra; nella Sala degli Specchi sul soffitto realizza il Trionfo di Zefiro e Flora. Molte altre sale del palazzo sono decorate da interessanti dipinti: vi sono opere di Giandomenico Tiepolo, Palma il Giovane, Giambattista Canal, Placido Costanzi, Agostino Masucci, Pompeo Batoni, Gregorio Lazzarini, Gaspare Diziani, Antonio Visentini. Degno di nota è anche un ciclo di arazzi fiamminghi con Storie di Scipione. Questa ricchezza artistica ebbe una delle principali ispirazioni in Maria Labia;si dice che sia stato ritratto a Cleopatra nell’Incontro del Tiepolo.

Palazzo Mastelli del Cammello
Palazzo Mastelli del Cammello è un palazzo gotico di Venezia. L’edificio apparteneva in passato a tre fratelli mercanti di seta e spezie, la costruzione iniziale del palazzo risale al XII secolo. La facciata del palazzo ha tre livelli ed è ricoperta di stucco grigio. Il piano terra presenta un portale d’acqua fiancheggiato da finestre ogivali e ad arco. In basso a destra si trova una piccola fontana realizzata in stile arabo, che fino a pochi anni fa veniva utilizzata per bere l’acqua durante la permanenza in barca o in gondola. Il primo piano nobile presenta una trifora fiancheggiata da coppie di finestre laterali. Sul lato destro, il livello è decorato con un bassorilievo che rappresenta un uomo col turbante che traina un cammello carico. È questa scultura che dà il nome del cammello al palazzo.

Il livello ha anche due patere, una delle quali raffigurante un pavone. La finestra laterale sinistra ha un po’ di altare romano che funge da spessa colonna d’angolo. Il secondo piano nobile presenta un’esafora gotica sorretta da balcone su mensole e fiancheggiata da monofore laterali, anch’esse balconate. Il balcone di sinistra gira l’angolo dell’edificio. Quadrifogli, due dei quali irregolari, decorano la parte superiore dell’esafora. Il cornicione è sorretto da piccoli dentelli decorati con teste di animali. Nella parte centrale del tetto c’è un grande abbaino. Le finestre, i telai delle porte, i balconi, le mensole, le balaustre, il cornicione, i quadrilobi e il rilievo del cammello sono in pietra d’Istria.

Memmo Martinengo Mandelli Palace
Palazzo Memmo Martinengo Mandelli è un palazzo di Venezia. La struttura è stata edificata nel corso del XVIII secolo e sostanzialmente ristrutturata nel corso del XIX secolo. Il palazzo ha ospitato diversi uffici pubblici. L’asimmetrica facciata neoclassica appare sfalsata in livelli grazie all’utilizzo di cornici e fasce di pietra d’Istria che raccordano davanzali, finestre e architravi. Finestre più larghe sono poste sul lato sinistro della facciata. Il piano terra è rivestito in bugnato. Il palazzo si estende in profondità e presenta sia un cortile centrale che un giardino. Dopo la demolizione di alcune strutture limitrofe al palazzo di destra, l’ala destra è stata ricostruita per aggiungere un giardino.

Altri palazzi famosi includono:
Palazzo Michiel del Brusà;
Palazzo Nani;
Palazzo Savorgnan;
Palazzo Surian Bellotto;
Palazzo Smith Mangilli Valmarana;
Palazzo Testa.

Architettura religiosa

Chiesa di Sant’Alvise
La chiesa di Sant’Alvise è un edificio religioso della città di Venezia, la chiesa dedicata a San Ludovico da Tolosa. Subì un’importante ristrutturazione nel XVII secolo, che ne modificò in gran parte l’interno. Costruita in semplici moduli gotici, con pianta basilicale. La facciata è molto semplice, vi sono sei lesene leggermente sporgenti, collegate da archi ogivali che seguono l’intero coronamento. Il portale in pietra d’Istria è arricchito da una statua del santo in marmo greco, attribuita a Bartolomeo Bon. Il campanile ha mantenuto l’originario aspetto gotico trecentesco. Ha una terracotta con una cuspide in pigna e con guglie agli angoli. Il convento delle monache sul lato destro era originariamente formato da due chiostri, di cui oggi rimane intatto solo uno, e da un portico con colonne in stile gotico e archi a tutto sesto.In epoca moderna il convento è stato occupato dalle Figlie della Carità.

Statue, altari e marmi seicenteschi decorano le pareti. Degno di nota è il grande affresco a soffitto piano realizzato da Piero Antonio Torri e Pietro Ricchi negli anni successivi al 1674. A rendere ancora più bella questa chiesa la presenza del barco, il tipico coro pensile, sorretto da due colonne filiformi e barbacane gotico. Altro aspetto molto bello sono le grate in ferro battuto dietro le quali si nascondevano le monache. In basso, a sinistra della barca, otto tavolette raffiguranti episodi biblici, attribuite a Lazzaro Bastiani. Le opere più prestigiose della chiesa sono tre dipinti di Giambattista Tiepolo eseguiti tra il 1737 e il 1740: Incoronazione di spine e Flagellazione sulla navata destra e Salita sul Monte Calvario su una parete del presbiterio.Il dipinto di Angelo Trevisani Orazione di Cristo posto di fronte a quest’ultimo dipinto. Sull’altare settecentesco in marmi policromi della parete sinistra si trovano tre statue attribuite a Giovanni Maria Morlaiter.

Chiesa della Madonna dell’Orto
La chiesa della Madonna dell’Orto è un edificio religioso di Venezia, uno dei luoghi emblematici dell’architettura gotica veneziana. Il complesso è definito ai lati da due colonne addossate al muro con capitelli corinzi. I capitelli e le mensole corrispondenti al motivo a spina di pesce sorreggono una cornice/architrave modanata con motivi vegetali. I corsi di nicchie con le statue degli apostoli che incorniciano le quinte. Il grande rosone è opera di Bartolomeo Bon così come il portale. Il portale, sviluppato attorno ad un’apertura squadrata, presenta un crescendo di raffinate modanature: il bordo interno è bordato con motivo ritorto mentre al bordo dello stipite è presente un motivo a spina di pesce arricchito da ripetuti simboli di San Cristoforo;il tutto è racchiuso in una prima cornice mistilinea bianca e rosa con bordo seghettato. La decorazione è completata dalle tre statue superiori. I citati simboli di San Cristoforo, sono stati integrati con le statue settecentesche raffiguranti Prudenza, Carità, Fede, Speranza e Temperanza, prelevate dalla demolita chiesa di Santo Stefano a Murano.

L’interno è a pianta basilicale, a tre navate, con archi a sesto acuto a doppia cornice. Ciò che rende famosa questa chiesa in tutto il mondo sono le dieci tele di Jacopo Tintoretto. Sul lato sinistro, unico elemento superstite del convento, sono state aperte quattro cappelle funerarie di alcune importanti famiglie. Partendo dall’ingresso si incontra la cappella Valier, di raffinata architettura rinascimentale. Seguono la cappella Vendramin e la cappella Morosini, in stile gotico degli architetti Giovanni e Bartolomeo Bon. La sequenza si conclude con l’elegante cappella Contarini. Sul lato destro della chiesa si trovano gli altari laterali e un importante monumento funerario. Il soffitto è ligneo a cassettoni, opera del restauro del 1931,ma ispirato a quello del vicino chiostro nello stile tipico della costruzione gotica dell’epoca.

Chiesa degli Scalzi
La chiesa di Santa Maria di Nazareth, o chiesa degli Scalzi, è un edificio religioso della città di Venezia degli inizi del XVIII secolo. Fu costruita da Baldassarre Longhena a navata unica, con due cappelle laterali, ciascuna a sua volta affiancata da due cappelle più piccole. Dopo l’arco trionfale, l’aula entra nel presbiterio, rialzato e dotato di cupola. Nell’abside è visibile il coro dei frati. Un importante restauro tra il 1853 e il 1862 ad opera del governo austriaco. Oggi è monumento nazionale. All’interno, marmi corinzi colorati e opulenti danno una sensazione di opulenza e meraviglia al visitatore.

La facciata con lo stile del tardo barocco veneziano, divisa in due ordini e scandita da colonne binate. Le quattro statue del primo ordine, la Madonna col Bambino poste sul frontone e Santa Caterina da Siena nella nicchia a sinistra della Madonna sono di Bernardo Falconi. La nicchia di destra era occupata da una statua di San Tommaso d’Aquino dello stesso Falconi. L’opera Trasporto della casa di Loreto, affresco di Giambattista Tiepolo del 1743, fu distrutta durante un bombardamento austriaco il 24 ottobre 1915. Fu nel tentativo di riparare a questo danno che, nel periodo 1929-1933, Ettore Tito dipinse due opere per la chiesa: una tela di 100 mq, e un affresco di 400 mq.I resti del Trasporto della casa di Loreto e altri frammenti superstiti del soffitto sono ora conservati nelle Gallerie dell’Accademia, dove è conservato anche uno dei due bozzetti (olio su tela) dipinti dal Tiepolo come modelli preparatori per il grande affresco perduto. C’è anche una fotografia del soffitto di James Anderson e una copia di Mariano Fortuny al museo Correr.

Chiesa dei Miracoli
La chiesa di Santa Maria dei Miracoli è una chiesa sito a Venezia, è uno dei primissimi edifici in stile rinascimentale costruiti a Venezia. Nel corso del Cinquecento furono effettuati interventi sugli interni. Nel 1997 ha subito un accurato restauro, che ha permesso a veneziani e turisti di godere appieno delle sue bellezze artistiche. La Chiesa di Santa Maria dei Miracoli è quasi nascosta tra due antichi edifici. La facciata della chiesa è completamente ricoperta di marmo, che, secondo la tradizione, proviene dai resti dei lavori della Basilica di San Marco. L’interno della chiesa è decorato nei toni del rosa pallido, argento, grigio e bianco e c’è ancora il bassorilievo originale che lavora con sirene, dio Tritone, animali, fiori e altre immagini. La “Vergine vive per i santi”è sopra l’altare della chiesa. La chiesa ha una struttura rettangolare. La facciata si affaccia sul Campo dei Miracoli.

Lo spazio inferiore è ancora dominato dal “barco”, la singolare decorazione della vicina colonna quadrata che sorregge la barca, scolpita da una mano apparentemente estranea alla bottega di Pietro Lombardo. Il soffitto inserito tra le travi risale alla fine del Cinquecento; A questi lavori partecipò il trevigiano Vincenzo Dai Destri. Le tele nei vani sono dipinti di epoca successiva. L’interno è a navata unica con volta a botte decorata a cassettoni dorati, all’interno delle cinquanta formelle sono presenti piccole tavole raffiguranti profeti e patriarchi. Il presbiterio inizia con una ripida scalinata che conduce al piano rialzato, elegantemente decorato con quattro statue. La grande croce di dischi di porfido sulla parete di fondo attira lo sguardo verso l’alto,dove si incontrano le vetrate del tamburo. Nella vetrata c’è un’immagine di Pietatis, il Cristo nel sepolcro.

Chiesa dei Santi Apostoli
La Chiesa dei Santi Apostoli di Cristo è un edificio religioso della città di Venezia, fu edificata da San Magno, vescovo di Oderzo. Chiesa dei Gesuiti la cui facciata è un perfetto esempio dello stile barocco del primo Settecento. L’edificio attuale è il risultato di lotti di restauri effettuati nel corso del XVIII secolo. La leggenda narra che la Chiesa fu uno dei primi luoghi di Venezia in cui vennero a vivere i profughi dalla terraferma.

L’interno è costituito da una navata a due ordini di pilastri, è a croce latina e le colonne interne sono sormontate da statue. Subito a destra l’altare con la pala Cristo tra gli Apostoli di Sebastiano Santi, 1828 circa, segue la quattrocentesca Cappella d’Angolo, con marmi e decorazioni molto pregiate. Bellissimo l’altare con la Comunione di Santa Lucia di Giambattista Tiepolo, del 1748 circa. Il secondo altare di destra ospita la pala La Nascita della Vergine, del 1599, di Giovanni Contarini. L’altare maggiore con il tabernacolo a forma di tempietto circolare è opera di Francesco Lazzari. Nelle due cappelle laterali sono stati salvati gli affreschi trecenteschi. Sul lato sinistro pale d’altare di Gaspare Diziani e Domenico Maggiotto.Il campanile risale al 1672 ma fu terminato da Andrea Tirali nel XVIII secolo.

Chiesa di San Marcuola
La chiesa di San Marcuola o chiesa Ermagora santi e Fortunato è un edificio religioso di Venezia, fu edificata per la prima volta sull’isola denominata Lemeneo addirittura tra il IX e il X secolo, e che fu poi distrutta da un incendio in seguito un terremoto. Fu poi nel XII secolo che venne ricostruita l’attuale chiesa, Giorgio Massari riuscì a terminare la parte interna già nel 1736, ma non la facciata della chiesa, che rimane ancora incompiuta.

La prima struttura faceva parte dei canoni dello stile romanico ed era a tre navate con tetto a capriate scoperte. Accanto all’abside fu costruito il campanile. La chiesa è oggi ad un’unica navata quadrata coperta da volta a botte. Durante la ristrutturazione della chiesa fu aggiunta anche una cuspide ottagonale. Il presbiterio era ricavato da un’abside semicircolare, che è la conclusione della bella cappella maggiore rettangolare, sormontata da una cupola ovale, sorretta da quattro colonne. La chiesa offre una vasta collezione di statue dello scultore Gaetano Susali.

Chiesa di San Giobbe
La chiesa di San Giobbe è un luogo di culto cattolico a Venezia. La chiesa è ciò che resta del convento francescano di San Giobbe e San Bernardino da Siena. Gran parte del convento fu demolita nel 1812. Nel 1815 il giardino fu affidato al giardiniere bavarese Giuseppe Ruchinger. Per tutto il Novecento il complesso è rimasto, con modifiche e adeguamenti, operativo con le attività di produzione (una centrale termoelettrica) e distribuzione di energia elettrica (dalla centrale di Malnisio Montereale Valcellina) e dalle unità tecniche specializzate del gruppo Sade (come scritto in marmo sopra l’ingresso ricavato dai muri presenti nella piazzetta antistante la chiesa) e dall’Enel con il suo Servizio di Misura e Collaudo.Il campanile fu terminato nel 1464 con campanile aperto con eleganti bifore gotiche in pietra d’Istria.

Ad abbellire gli interni fu chiamato il grande scultore Pietro Lombardo. All’interno di un’unica navata vi è un’asimmetria: la parete sinistra è ricca di cappelle mentre la parte destra è lineare con quattro altari. Questo perché sul lato destro la chiesa poggiava sul preesistente convento. Il presbiterio è preceduto da un arco trionfale, circondato dalle statue dell’Arcangelo Gabriele e della Vergine Annunciata. È di forma perfettamente quadrata e ai lati vi sono quattro colonne. Il tutto è dominato da una semicupola con le statue dei quattro evangelisti, attribuita a Pietro Lombardo. Nella sagrestia si trova il dipinto olio su tavola di Andrea Previtali Madonna con Bambino e Santi Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria eseguito nel 1504.

Chiesa della Maddalena
La chiesa di Santa Maria Maddalena è un edificio religioso della città di Venezia, uno dei più noti esempi di architettura neoclassica veneziana. Nata da un edificio religioso eretto nel 1222, a partire dal 1763 la chiesa fu completamente ricostruita, a pianta circolare, su disegno di Tommaso Temanza, che ne spostò l’orientamento verso il campo. La chiesa ha una pianta circolare piuttosto insolita per Venezia (unico altro esempio è quello di San Simeon Piccolo), con copertura a cupola semisferica, chiaramente ispirata all’architettura dell’antica Roma e in particolare al Pantheon, di cui ricorda la scalinata . Il riferimento va anche a edifici veneziani come la Salute e San Simeon Piccolo, quest’ultimo opera di Giovanni Scalfarotto, maestro e zio di Tommaso Temanza.

Vi era un portale di grande pregio architettonico, preceduto da una breve scalinata e formato da un alto timpano triangolare sorretto da due coppie di colonne con capitelli e trabeazione ionica. Sopra la porta d’ingresso vi è una lunetta con l’occhio che tutto vede entro un triangolo intrecciato con un cerchio in bassorilievo. All’interno la pianta circolare si trasforma in esagonale con l’inserimento di quattro cappelle laterali (gli altri due lati sono formati dalla cappella maggiore e dall’ingresso principale), inquadrate da archi a tutto sesto. L’Ultima Cena di Giandomenico Tiepolo e l’Apparizione della Vergine a San Simone Stock di Giuseppe Angeli oltre ad altri dipinti settecenteschi, della scuola di Giovanni Battista Piazzetta.

Chiesa dei Gesuiti
La chiesa di Santa Maria Assunta è un edificio religioso di Venic. La facciata progettata dal Rossi è una libera interpretazione della cultura barocca veneziana del primo Settecento. È diviso in due ordini. Il movimento della facciata è moltiplicato dalle travi dei semipilastri, leggermente incavate, che accolgono ogni colonna e dalla rottura dell’alto architrave. L’ordine superiore, di quattro semplici pilastri senza capitello, è ristretto alla larghezza della navata da grandi volute e aperto al centro da una grande finestra. A coronamento è il timpano leggermente sfasato su due piani verticali e sormontato dal dinamico gruppo marmoreo dell’Assunzione di Maria e angeli di Giuseppe Torretto a cui angeli e putti adoranti fanno un’ala scenografica.La cornice del primo ordine sorregge otto statue su piedistalli specchiati corrispondenti alle colonne, che insieme alle quattro nelle nicchie sottostanti, rappresentano i Dodici Apostoli. La porta, uno dei pochissimi originali sopravvissuti, una raffinata struttura in lamiera di bronzo sbalzato e cesellato.

La planimetria è tipica delle chiese gesuite, a croce latina, con tre cappelle per lato nel braccio più lungo. Il transetto a fondo piatto e il presbiterio sono affiancati da altre due cappelle. Le sei cappelle ai lati della navata sono separate tra loro in piccole stanze, un tempo dedicate alle confessioni. I soffitti sono decorati con affreschi di Ludovico Dorigny, Angeli musicanti in gloria. Il presbiterio è circondato da statue di putti, angioletti, angeli e arcangeli di Giuseppe Torretti. Di Jacopo Antonio Pozzo, detto anche Giuseppe Pozzo, è l’altare, costituito da dieci colonne sormontate da una cupola bianca e verde.

Chiesa di San Giovanni Grisostomo
San Giovanni Crisostomo è una chiesa di Venezia, questa piccola chiesa fu costruita nell’XI secolo in un’area di Venezia che era già molto ricca allora, come lo è oggi. La facciata guarda verso la via principale mentre le due mura si affacciano su altrettante piazze. La sua pianta è a croce greca, regolare, con due navate che si intersecano perfettamente e con i classici quattro pilastri che sorreggono gli archi su cui poggia la cupola emisferica. Sul soffitto piano sono presenti nove scomparti di varia grandezza in cui è raffigurato il Santo Padre tra putti e Cherubini di Giuseppe Diamantini.

L’opera più importante è senza dubbio la pala dell’altare di Giovanni Bellini, del 1513, con i Santi Cristoforo, Girolamo e Ludovico di Tolosa, commissionata da Giorgio Amato il 13 luglio 1494 nel suo testamento. Importante è anche una tela di Sebastiano del Piombo, commissionata, per testamento, a Caterina Contarini e Nicolò Morosini, e mostra un San Giovanni Crisostomo molto umile e umano. Alle pareti si può ammirare la traslazione di San Giovanni Grisostomo di Zaccaria Facchinetti, 1610. Infine, la pala marmorea di Tullio Lombardo Incoronazione della Vergine tra gli Apostoli, commissionata dalla famiglia Bernabò de Catenariis di Montepulciano.

Santuario di Lucia
Il santuario di Lucia è un importante edificio di culto, che custodisce numerose opere d’arte. La chiesa fu costruita nell’XI secolo, solo per essere ricostruita più volte. L’attuale edificio fu progettato da Carlo Corbellini nel 1753. La prima messa nella chiesa ricostruita fu celebrata il 27 aprile 1760. Le facciate sul campo e sul canale di Cannaregio, invece, sono del 1861, anno in cui i lavori erano finiti. Nel 2018 la chiesa è stata elevata a santuario. Nella chiesa di San Geremia sono conservate le spoglie di una delle sante più conosciute e venerate della cristianità, Santa Lucia, vergine e martire siracusana.

All’interno della chiesa, molto bello e prezioso è l’altare, con il suo presbiterio, nel quale si possono ammirare le statue di San Pietro apostolo e di San Geremia profeta, datate 1798, di Giovanni Ferrari. Sullo sfondo l’affresco monocromo di Agostino Mengozzi Colonna Due angeli in atto di sorreggere il globo. Pregevole l’opera che compare sul quarto altare, La vergine assiste all’incoronazione di Venezia da parte del vescovo S. Magno di Palma il Giovane. Opere scultoree notevoli sono la Madonna del Rosario di Giovanni Maria Morlaiter e L’Immacolata Concezione di Giovanni Marchiori. Nella chiesa è conservata una miracolosa scultura acheropitica di Cristo risalente agli inizi del XVII secolo.

sinagoghe

Sinagoga della Grande Scuola Tedesca
La Scuola Grande Tedesca, o Scola Grande Tedesca, è il più antico luogo di culto ebraico di Venezia. Questa e le altre sinagoghe caratterizzano il ghetto veneziano ma la loro presenza è discreta perché difficilmente riconoscibili dall’esterno, mimetizzandosi con gli altri edifici. Solo entrando mostrano la ricchezza di ciò che custodiscono. L’ampia sala interna è asimmetrica e ha una forma ellittica. Le pareti sono rivestite in legno e anche le panche sono in legno. Sulle pareti sono presenti varie iscrizioni sacre ed in particolare i dieci comandamenti, che si trovano sull’accesso all’Arca. Il pulpito si trova nell’aula.

La sinagoga fu la prima di Venezia, fondata tra il 1528 e il 1529, e nel corso dei secoli subì notevoli cambiamenti strutturali, in particolare nel XVIII secolo. Fu poi completamente ristrutturato in stile tardo barocco nel 1700. La scuola ha una forma trapezoidale che la rende unica rispetto ad altre sinagoghe rettangolari. Il bimah e l’Aron Ha-Kodesh sono in posizioni opposte; la bimah era originariamente posta al centro della stanza, ma fu spostata all’inizio del XIX secolo per evitare problemi di staticità; lo spostamento della bimah ha comportato la chiusura dall’interno di due delle 5 finestre, tutte ancora visibili dall’esterno. Il matroneo ellittico si inserisce perfettamente nella pianta irregolare della sinagoga.

Sinagoga della scuola di Canton
La Scuola Canton è un antico luogo di culto ebraico a Venezia. La sinagoga fu la seconda a Venezia, e fu fondata tra il 1531 e il 1532. Costruita pochi anni dopo la Grande Scuola Tedesca, inizialmente ne imitava la struttura poi l’aula fu modificata per assumere le forme più tradizionali, con pianta rettangolare, Bimah e haQodesh disposto specularmente sulle pareti più piccole e le panche disposte lungo le pareti più grandi. Il matroneo si trova al piano superiore ed è stato completato nel 1736. Dall’esterno è riconoscibile dalla cupola lignea della bimah e, ​​dal lato del canale, da un’iscrizione in ebraico. Questa è stata la prima scuola di Venezia ad avere Aron Ha-Kodesh e bimah in posizioni opposte. I banchi per i fedeli sono posizionati lungo i lati lunghi della sala.

Nel corso dei secoli subì notevoli modifiche strutturali, in particolare in epoca barocca, durante la quale assunse un aspetto recente. La sala della sinagoga è estremamente raffinata e conserva otto preziosi otto pannelli lignei che rappresentano altrettanti momenti biblici significativi come il passaggio del Mar Rosso, l’Altare dei Sacrifici, la Manna e altri. Il matroneo si trova sopra l’ingresso lungo un solo lato della sinagoga. Lo stile barocco, con aspetti rococò, nonché probabilmente l’ubicazione del matroneo, deriva da lavori di restauro settecenteschi.

Sinagoga della scuola italiana
La Scola Italiana è un antico luogo di culto ebraico a Venezia. La sinagoga è stata la terza a Venezia ed è stata fondata nel 1575 dalla comunità ebraica di origine italiana. Fu oggetto di lavori di restauro tra il XVIII e il XIX secolo. La sinagoga ha una struttura che la rende la più semplice di quelle di Venezia. È molto luminoso perché la stanza riceve luce da cinque grandi finestre che si affacciano su Campo del Ghetto Novo.

La pianta della scuola è rettangolare, pressoché quadrangolare, con sistema bifocale (Aron e Bimah sono in posizioni opposte). Quest’ultimo è in una posizione molto più alta rispetto al resto della stanza. I contatori sono addossati al muro. Il matroneo è posizionato sopra l’ingresso su uno dei due lati lunghi e risale al 1700 così come l’intero sistema decorativo della sinagoga. La scuola italiana era molto importante perché ospitava le prediche del famoso rabbino Leone Modena.

Sinagoga di Scola Levantina
La Scola Levantina rappresenta un antico luogo di culto ebraico di rito sefardita a Venezia. La sinagoga fu fondata quasi sicuramente verso la metà del XVI secolo e poi subì una ricostruzione circa un secolo dopo. I prospetti esterni sono di chiara ispirazione longheniana e, seppur semplici, sono più elaborati che nelle altre scuole, con i rilievi delle trabeazioni e delle volute in chiave di volta, gli specchi alle pareti, il basamento a bugnato, le piccole finestre ovate nell’attico , e decorazioni intagliate nelle porte. All’esterno è possibile vedere una sporgenza che corrisponde alla bimah e alcune finestre che consentono l’illuminazione. Questa sinagoga è ancora attiva per il rito nei mesi freddi.

La pianta è rettangolare con l’Aron e la bimah posti in posizione bifocale. Particolarmente importante è il restauro barocco di questa sinagoga. Alla sua ricostruzione hanno partecipato la bottega dell’architetto cittadino Baldassare Longhena per la struttura dell’edificio e lo scultore Andrea Brustolon per i suoi interni, in particolare per il pulpito. Al piano terra si trova la scuola Luzzatto normalmente utilizzata come aula studio. Al piano superiore la bimah, ornata da colonne salomoniche con decorazioni floreali, è posta su una base un alto plinto. Dal piano del pulpito si accede a tre finestre. Di fronte alla bimah si trova l’Aron haQodesh che conserva le incisioni a ricordo dei dieci comandamenti. La data ebraica che vi si legge è 5542, e corrisponde al nostro anno 1782. Anche qui le donne’s galleria è tradizionalmente posta in alto, e anticamente era anche chiusa da grate. La bima è stata intarsiata da Andrea Brustolon. Il matroneo, sempre in posizione sopraelevata, corre lungo uno dei lati lunghi.

Sinagoga della scuola spagnola
La Scola Ponentina è un antico luogo di culto ebraico di rito sefardita a Venezia. La sinagoga, di rito sefardita, fu fondata nel 1581 e poi subì una quasi completa ricostruzione su progetto dell’architetto cittadino Baldassare Longhena. È la più grande delle sinagoghe veneziane. È ancora utilizzato per il culto in primavera e in estate. Situato nel campiello delle scole di fronte alla Scola levantina, è riconoscibile dalle finestre con vetri colorati e da un grande portone in legno. La facciata esterna è relativamente semplice, disposta su tre piani.

Il portale di accesso è posto ad angolo e al piano nobile si aprono quattro grandi monofore con arco a tutto sesto. Dall’atrio si accede allo scalone che conduce al piano della sala sinagoga. Tradizionalmente la sala è a pianta rettangolare, con Bimah e Aron haQodesh disposte specularmente sulle pareti minori e le panche disposte lungo le pareti maggiori. Scola con sistema bifocale è dominata da un matroneo ellittico che attraversa l’intera sala. Molto probabilmente il restauro barocco fu seguito, come nel caso della scuola levantina, dalla bottega di Baldassare Longhena. Il soffitto è riccamente lavorato mentre il pavimento è costituito da piastrelle bianche e grigie. L’interno è arricchito da tre grandi lampadari posti al centro della sala.Al piano terra dell’edificio si trovano alcune attrezzature e arredi dell’antica scuola Kohanim, una sinagoga privata che un tempo si trovava nel Ghetto Novo.

Altri edifici religiosi includono:
Chiesa di San Bonaventura;
Chiesa di San Canciano;
Chiesa dei Cappuccini;
Chiesa dell’Abbazia della Misericordia;
Chiesa di San Leonardo;
Chiesa di Santa Caterina;
Chiesa di Santa Maria delle Penitenti;
Chiesa di San Felice;
Chiesa di Santa Fosca;
Chiesa di San Girolamo;
Chiesa di San Marziale;
Chiesa di Santa Sofia.

Spazio culturale

Galleria Franchetti alla Cà d’Oro
La Ca’ d’Oro è un noto palazzo di Venezia, il cui nome deriva dal fatto che in origine parti della facciata erano ricoperte da rifiniture in oro che facevano parte di una complessa policromia, considerata uno dei massimi esempi di gotico floreale veneziano . La facciata è caratterizzata dalla marcata asimmetria tra il fianco sinistro, in cui si sovrappongono tre fasce forate (portico per attracco barche al piano terra e logge ai piani superiori), e l’ala destra, in cui prevale la muratura coperta. Tra i lati sinistro e destro della facciata è stato inserito un fregio della precedente residenza di Zeno. L’unico elemento che dà continuità alla facciata, condizionandola e dominandola, è il grande cornicione merlato soprastante. Al piano superiore, la loggia dei Reverti,composto da un exaforo che è invece una novità per l’epoca, come sopra i quadrilobi, allineati con i vertici degli archi delle aperture. I capitelli delle colonne con foglie grasse che salgono a spirale sono reinterpretati in modo inedito, rompendo la classica simmetria coeva veneziana. Anche le balaustre tra le colonne hanno un forte spirito decorativo.

Dal 1927 è adibito a museo come sede della Galleria Franchetti. La galleria ospita la raccolta di opere d’arte raccolte da Giorgio Franchetti nella sua vita. Una collezione di dipinti e statue in un antico palazzo del XV secolo. Uno dei migliori esempi di architettura gotica a Venezia, sculture, bronzi, dipinti di Mantegna, Giorgione e Tiziano, dipinti fiamminghi e olandesi. Tra le opere di maggior pregio ricordiamo il San Sebastiano di Andrea Mantegna, il Ritratto di Marcello Durazzo di Antoon van Dyck, il Doppio ritratto di Tullio Lombardo, la Venere allo specchio di Tiziano, le vedute di Francesco Guardi, la Venere dormiente di Paris Bordone e ampie porzioni degli affreschi di Giorgione e Tiziano, provenienti dalle due facciate del Fondaco dei Tedeschi, tra cui spicca la Giuditta.Di Vittore Carpaccio e bottega sono le tre tele con le Storie della Vergine di scuola albanese. Oltre alle sale espositive, il museo ospita diversi laboratori per la conservazione e il restauro delle opere d’arte.

Museo Ebraico
Il Museo Ebraico di Venezia è un museo diffuso ovvero un complesso urbano architettonico e museale che comprende spazi espositivi e sinagoghe presenti all’interno e all’esterno del museo stesso. Dal 1990 è regolarmente aperto al pubblico con visite guidate, mostre permanenti e temporanee. Altre due sale sono solitamente utilizzate per mostre temporanee mentre all’ultimo piano, vicino all’ingresso del matroneo del Canton Scola, è possibile visitare un’antica Sukkah, oggi restaurata. All’interno del museo c’è anche una libreria specializzata in judaica e un caffè kosher.

La collezione permanente del museo comprende oggetti rituali e domestici legati alle festività ebraiche, tessuti per la decorazione della Torah e della sinagoga, una collezione di ketubboth (contratti di matrimonio), una collezione di libri antichi tra cui un Talmud stampato in anticipo di Daniel Bomberg nel 1500. Gli spazi espositivi comprendono: una sala d’argento dedicata agli oggetti rituali legati alle varie festività ebraiche e agli abbellimenti della Torah (vi sono preziosi esempi di Rimmonim, le punte dei bastoni su cui è arrotolata la Torah, e di Ataroth, le corone di la Torah); la seconda sala, invece, presenta tessuti decorativi provenienti dalla Sinagoga, come il parrochet, tende di Aron haQodesh (tra queste particolarmente pregiata quella di Stella da Perugia del XVII secolo) e il Mappoth, tessuti della Torah.

Oratorio del Crociferi
L’Oratorio dei Crociferi è un piccolo museo di Venezia che custodisce importanti tele di Jacopo Palma il Giovane. Fu fondata nel XII secolo insieme all’ospedale gestito dai padri Crociferi, divenuto poi ospizio e tuttora utilizzato per la sua funzione originaria. Nato per dare alloggio e cura a chi partiva per la Terra Santa, nel corso del XIV secolo fu trasformato in ricovero per donne povere che qui ricevevano cure e alloggio e imparavano un mestiere manuale. Distrutta da un incendio nel XV secolo, il Doge Pasquale Cicogna ne sostenne il restauro e la decorazione, culminati nelle opere di Palma il Giovane. Fortemente danneggiato dall’alluvione del 4 novembre 1966, l’Oratorio è stato chiuso al pubblico per diciotto anni, per consentire i necessari lavori di restauro.

L’oratorio ha una semplice facciata gotica e un passaggio aereo che lo collega al Palazzo degli Zen, nobile famiglia che ne beneficiò nel XIII secolo con il doge Renier Zen. All’interno, il ciclo pittorico, eseguito tra il 1583 e il 1592, narra episodi relativi ai padri Crociferi e ai due dogi benefattori. Anche l’edificio di fronte, con portale sormontato da croci, testimonia la presenza di quell’ordine. Dell’antica chiesa restano anche i dipinti di Palma il Giovane conservati nella vicina sagrestia dei Gesuiti.

Spazio pubblico

Ponte dei Tre Archi
Il Ponte dei Tre Archi è uno dei maggiori ponti di Venezia, unico esempio di ponte veneziano a tre arcate. Il ponte Tre Archi attraversa il Canale di Cannaregio circa a metà della sua lunghezza ed è caratterizzato da una struttura a tre arcate, due piccole laterali e una grande centrale. Come tutti i ponti veneziani del passato, il ponte dei tre archi era privo di protezione del suo corpo di ponte e dotato di gradini molto più lunghi e più bassi. L’opera del ponte può risalire al 1688 e restaurata nel 1794, caratteristiche che gli hanno conferito una particolare eleganza come documentato dalle stampe dell’epoca. Fu restaurato alla fine degli anni Settanta del Novecento.

Ponte delle Guglie
Il ponte delle Guglie è un ponte di Venezia, l’unico ponte veneziano adorno di pinnacoli, posti alla base dei corrimano: le guglie da cui prende il nome. Il ponte di Cannaregio fu costruito in legno per la prima volta nel 1285. Fu sostituito dall’attuale ponte in pietra nel 1580, come testimoniano le iscrizioni poste sul ponte stesso. Restaurata nel 1641 e nel 1677, fu ricostruita nel 1823 con l’aggiunta delle guglie, per le quali prese il nome attuale. Nel 1987, con un ulteriore restauro, è stato aggiunto un percorso per disabili con corrimano in metallo ei gradini, che prima erano in asfalto, ora sono in pietra.

Cucina:

Vicino a Rialto e Ca’ D’Oro
Alla Vedova: Deliziose polpette, o polpette, da consumare al bar con un bicchiere di vino ma fare un pasto completo è un’esperienza indimenticabile. L’ambiente è tradizionale e il cibo molto buono.
Al Remer: ogni pomeriggio un appetitoso assortimento di piatti per un aperitivo. Nei giorni feriali viene servito un pranzo a buffet, mentre a cena è disponibile un menu à la carte.
Hosteria Bacanera: La ricchezza e la stagionalità del suo menù e la simpatica professionalità del padrone di casa, uno dei ristoranti più apprezzati e frequentati localmente della zona.

Strada Nova
Al Timon: Divertiti a sederti su una tipica barca durante la prima serata e consumare il tuo pasto.
Osteria ai 40 Ladroni: Gusta dell’ottimo pesce d’acqua dolce.
Anice Stellato: Per un pasto più elegante e raffinato.
Trattoria dalla Marisa: Al di là del cibo, mangiare è un’esperienza unica per via dell’atmosfera molto locale e autentica.

Ghetto Ebraico
Gam Gam: il ristorante kosher all’ingresso dell’imperdibile Ghetto Ebraico di Venezia. Lì è tutto fresco.