Categories: PubblicaGiro

Piazza Campidoglio, Musei Capitolini

Piazza del Campidoglio è una piazza monumentale situata sulla cima della collina del Campidoglio a Roma. Sorge sull’asilo, la depressione situata tra l’Arx e il Capitolium, le due cime del Campidoglio, e sotto di esso è il Tabularium, visibile dal Foro Romano. Nonostante un iniziale abbandono nel periodo medievale, il Tabularium, già nel XII secolo, era stato scelto come sede del comune.

La piazza assunse la sua forma attuale nel XVI secolo quando Paolo III commissionò a Michelangelo Buonarroti il ​​rinnovamento totale durante la visita a Roma dell’Imperatore Carlo V. Il progetto prevedeva: il restauro delle facciate di Palazzo Senatorio, costruito alcuni anni prima sulle rovine del Tabularium e del Palazzo dei Conservatori, la costruzione di Palazzo Nuovo e l’aggiunta di varie sculture e statue, tra cui quella di Marco Aurelio, posta al centro della piazza, e quelle raffiguranti il ​​Tevere e il Nilo.

Campidoglio
Il Campidoglio è il colle più piccolo di Roma ed era originariamente composto da due parti (il Capitolium e l’Arx) separate da una profonda valle che corrisponde a dove ora Piazza del Campidoglio si trova a circa 8 metri sopra il sito originale.

La collina era precedentemente conosciuta come Mons Saturnius, dedicata al dio Saturno. La parola Capitolium significava per la prima volta il tempio di Giove Ottone Massimo successivamente costruito qui, e in seguito fu usato per l’intera collina (e persino per altri templi di Giove su altre colline), quindi Mons Capitolino (l’aggettivo sostantivo di Capitolium). In un mito eziologico, antiche fonti collegano il nome a caput (“testa”, “vertice”) e il racconto era che, quando si gettarono le basi per il tempio, fu trovata la testa di un uomo, alcune fonti anche dicendo che fosse testa di alcuni Tolus o Olus. Il Capitolium era considerato dai romani indistruttibile e fu adottato come simbolo di eternità.

I fianchi di questa collina erano molto ripidi e, a causa della difficoltà di raggiungere la cima e della posizione dominante che godeva sul fiume Tevere, fu scelto come principale roccaforte della città.

Gli edifici principali si affacciavano sull’antico Foro Romano, da cui una strada carrabile nota come Clivus Capitolinus conduceva sulla collina fino al Tempio di Giove Ottimone Massimo, il tempio più importante e imponente di Roma. Oltre a questo tempio ea quelli dedicati a Giunone Moneta, Veiovis e nell’area Capitolina, il Campidoglio era la sede dell’Archivio Romano Pubblico (Tabularium) e, in età repubblicana, della zecca.

Nel XVI secolo Capitolino era diventato Capitolino in italiano e Capitolium Campidoglio. Il Campidoglio contiene alcune antiche rovine a livello del suolo, poiché sono quasi interamente coperte da palazzi medievali e rinascimentali (che ora ospitano i Musei Capitolini) che circondano una piazza, un importante piano urbano progettato da Michelangelo.

La parola Capitolium vive ancora nella parola inglese capitol, e si ritiene che Capitol Hill a Washington, DC sia stato chiamato come il Campidoglio. Molte antiche rovine sono visibili lungo i percorsi espositivi dei Musei, mentre altre possono essere ammirate all’aperto sulla collina dove si trovano ancora.

origini
Fonti antiche parlano di un insediamento abitato fondato da Saturno sul colle Capitolino ben prima della fondazione della stessa Roma. Fu qui che arrivarono i Greci con Eracle, a cui seguirono in seguito discendenti dei Troiani che accompagnarono Enea.

La mitica presenza di un insediamento sui Capitolini prima della data normalmente associata alla fondazione di Roma (753 a.C.) è stata confermata da reperti archeologici; sulla collina sono state rinvenute alcune tracce di una storia più antica.

Il materiale sporadico risalente al XIV e VIII secolo a.C., trovato ai piedi della collina nella zona sacra di Sant’Omobono, probabilmente proviene da un insediamento sul lato meridionale del Campidoglio.

Recenti scavi nel giardino romano nel Palazzo dei Conservatori hanno anche portato alla luce i resti di un insediamento protostorico risalente alla metà dell’età del bronzo (XV secolo a.C.) fino all’età del ferro (VII secolo a.C.), con tombe di inumazione, resti di quelli che probabilmente erano capanne e attrezzature per la lavorazione del ferro.

Un sondaggio condotto all’interno del Tabularium ha portato alla luce una serie di frammenti assortiti di ceramiche dell’età del bronzo e i resti di quello che probabilmente era il pavimento di una capanna dell’VIII secolo a.C.

Una collezione di oggetti votivi arcaici, con ceramiche miniaturiste, piccole torte piatte impasto e altri oggetti votivi, fu portata alla luce nel 1926-27 nel blocco tra le strade del Campidoglio e del Monte Tarpeo e la scalinata di Vignola.

Storia antica
Su questa collina, i Sabini, strisciando verso la Cittadella, furono fatti entrare dalla fanciulla romana Tarpeia. Per questo tradimento, Tarpeia fu il primo a essere punito essendo scagliato da una ripida scogliera che dominava il Foro Romano. Questa scogliera fu in seguito chiamata la roccia di Tarpe come la Vergine Vestale, e divenne un luogo di esecuzione frequente. I Sabini, immigrati a Roma in seguito al Ratto delle Sabine, si stabilirono sul Capitolino. Il Vulcanal (Santuario di Vulcano), un recinto sacro dell’VIII secolo a.C., occupava gran parte delle pendici inferiori orientali del Campidoglio, a capo di quello che sarebbe poi diventato il Foro Romano.

Il vertice era il sito di un tempio per la Triade Capitolina, iniziato dal quinto re di Roma, Tarquinio Prisco (r. 616-579 a.C.), e completato dal settimo e ultimo re, Tarquinio Superbus (535-496 a.C.). Era considerato uno dei templi più grandi e più belli della città (anche se ora rimane poco). La leggenda della città inizia con il recupero di un teschio umano (la parola per testa in latino è caput) quando furono scavate le fondamenta per il tempio di Giove per ordine di Tarquin. Recenti scavi sul Capitolino hanno scoperto un antico cimitero sotto il Tempio di Giove.

Ci sono diversi importanti templi costruiti sul colle Capitolino: il tempio di Giunone Moneta, il tempio della Virtus e il tempio di Giove Ottimone Massimo Capitolino. Il tempio di Giove Optimus Maximus Capitolinus è il più importante dei templi. Fu costruito nel 509 a.C. ed era grande quasi quanto il Partenone. La collina e il tempio di Giove divennero i simboli di Roma, la capitale del mondo. Il Tempio di Saturno fu costruito ai piedi del Campidoglio nella parte occidentale del Foro Romano.

Quando i Galli Senones (insediati nell’Italia centro-orientale) fecero irruzione a Roma nel 390 a.C., dopo la battaglia del fiume Allia, il Campidoglio fu l’unica sezione della città a sfuggire alla cattura da parte dei barbari, a causa della sua fortificazione da parte dei romani difensori. Secondo la leggenda Marco Manlio Capitolino fu avvisato dell’attacco gallico dalle sacre oche di Giunone. Quando Giulio Cesare subì un incidente durante il suo trionfo, indicando chiaramente l’ira di Giove per le sue azioni nelle guerre civili, si avvicinò alla collina e al tempio di Giove in ginocchio per scongiurare il presagio sfortunato (tuttavia fu ucciso sei mesi dopo e successivamente Bruto e gli altri suoi assassini si sono chiusi dentro il tempio). Anche il fratello e il nipote di Vespasian furono assediati nel tempio durante l’Anno dei Quattro Imperatori (69).

Il Tabularium, situato sotto la piazza e la sommità della collina, occupa un edificio con lo stesso nome costruito nel I secolo a.C. per contenere documenti di stato romani. Il Tabularium si affaccia dalla parte posteriore sul Foro Romano. L’attrazione principale del Tabularium, oltre alla struttura stessa, è il Tempio di Veiovis. Durante il lungo periodo dell’antica Roma, il Campidoglio era il centro geografico e cerimoniale. Tuttavia, per il Rinascimento, l’ex centro era un disordinato agglomerato di edifici fatiscenti e il luogo delle esecuzioni di criminali.

Il tempio di Giove Capitolino
Il Tempio di Giove Capitolino era dedicato all’Ottimus Massimo Giove, insieme alle altre due divinità che componevano la triade Capitolina – Giunone e Minerva.

L’edificio fu iniziato da Tarquinio Prisco e completato dall’ultimo re di Roma, Tarquinio Superbo, sebbene fu inaugurato solo all’inizio dell’era repubblicana nel 509 a.C.

L’edificio del tempio si erge su un podio alto con una scala d’ingresso sul davanti. Su tre dei suoi lati era probabilmente circondato da un colonnato, con altre due file di pilastri tracciati in linea con quelli sulla facciata del profondo pronao che precede le tre celle, quella centrale essendo più larga delle altre due – in conformità con i canoni del tempio toscano.

I resti superstiti delle fondamenta e del podio, la maggior parte dei quali si trovano sotto Palazzo Caffarelli, sono costituiti da enormi sezioni parallele di muri realizzati in blocchi di tufo-quadriga grigia (cappellaccio) e testimoniano la vastità della superficie area della base del tempio (circa 55 x 60 m).

Il tetto porta tracce di una splendida auriga in terracotta dell’artista etrusco Vulca di Veio nel VI secolo a.C., commissionata da Tarquinio Superbus; fu sostituito da uno di bronzo all’inizio del III secolo a.C.

Il tempio fu ricostruito in marmo dopo che la distruzione totale fu provocata da terribili incendi nell’83 a.C., 69 a.C. e 80 d.C.

La grande piazza di fronte al tempio (l’Area Capitolina) presentava una serie di templi dedicati alle divinità minori, oltre ad altri edifici religiosi, statue e trofei.

Il tempio di Giunone Moneta
Il tempio di Giunone Moneta, frutto di un voto fatto da L. Furius Camillus durante la guerra contro gli Auruncii, fu costruito sull’Arx nel 344 a.C. Fonti antiche, riferendosi all’episodio delle oche sacre di Giunone che avvertirono i romani durante l’assedio gallico del 390 a.C., suggeriscono l’esistenza di un precedente edificio del tempio, che è stato collegato a due manufatti architettonici arcaici in terracotta trovati nel Giardino di Aracoeli e risalente alla fine del VI e all’inizio del V secolo a.C.

I resti di una parete quadrata, costruita in cappellaccio e tufo-pietra di Fidene, che sono stati conservati nello stesso giardino e che alcuni studiosi hanno attribuito al lavoro di fortificazione dell’Arx, potrebbero risalire al presunto arcaico e medio- Fasi repubblicane del tempio di Giunone Moneta. Esempi di rimodellamento dell’età imperiale dell’edificio possono essere visti nelle due pareti parallele in materiale cementizio che si imbattono nelle strutture in tufo-pietra ad angolo retto.

La denominazione Moneta, riferendosi alla peculiare capacità di avvertimento della divinità, si prestò in seguito al nome dell’officina responsabile per coniare monete che da allora in poi divenne anche conosciuta come Moneta; in epoca repubblicana era situata vicino al tempio di Giunone. I resti di un edificio realizzato in blocchi di cappellaccio, attribuito all’Auguraculum, sono visibili nel giardino di fronte all’ingresso di Sisto IV a Palazzo Senatorio. Questo spazio, disposto secondo i canoni ritualistici, si affaccia sul Foro e fu da qui che gli Auguri osservarono il modello di volo degli uccelli per interpretare la volontà degli Dei.

Il tempio di Veiovis
Il Tempio di Veiovis fu riportato alla luce solo nel 1939, durante gli scavi sotto Piazza del Campidoglio per la creazione della Galleria Junction. Le parti dell’edificio che compongono il Palazzo Senatorio sono sovrapposte sia sul tempio che sul vicino Tabularium, riuscendo così a oscurare quasi completamente l’edificio romano e di conseguenza salvarlo dalla distruzione. Secondo fonti antiche, e sulla base della scoperta, nella zona della cella, di una statua in marmo utilizzata per scopi religiosi, è stato possibile identificare la divinità a cui questo tempio era dedicato: Veiovis, il giovane Dio degli inferi che era l’antica versione italica di Giove.

Gli autori latini definiscono la sua posizione come “inter duos lucos”, vale a dire tra due boschi sacri situati sulle due altezze del Campidoglio. Nella stessa zona si trovava anche il manicomio, dove, secondo la leggenda, Romolo estese l’ospitalità ai fuggitivi provenienti da altre parti del Lazio, al fine di popolare la nuova città da lui fondata. Consacrato nel 196 a.C. dal console Lucius Furius Purpurio nella battaglia di Cremona durante la guerra contro i Galli Boii, il tempio fu poi dedicato nel 192 a.C.da Quinto Marcius Ralla. La caratteristica principale di questo tempio, che non è condiviso da molti altri edifici romani – probabilmente a causa dello spazio molto limitato disponibile – è la cella allungata trasversalmente, la cui larghezza è quasi doppia rispetto alla sua profondità (15 x 8,90 metri). Il tempio’

La facciata corre in linea con la strada che saliva dal Clivus Capitolinus e presenta un pronao con quattro pilastri nella parte centrale preceduto da una rampa di scale. Sono state identificate tre fasi di costruzione distinte, l’ultima delle quali è stata datata al primo quarto del I secolo a.C. ed è collegata con la costruzione del Tabularium. Il tempio fu poi restaurato dall’imperatore Domiziano nel I secolo d.C. con l’aggiunta di pilastri in mattoni e rivestimento in marmo colorato sul pavimento e sulle pareti delle celle. L’area circostante l’edificio era pavimentata con grandi lastre di marmo travertino.

Deposito
I resti del Tabularium, un imponente edificio tardo repubblicano si trovano sotto il Palazzo Senatorio. In epoca romana fu utilizzato per la conservazione delle tabule in bronzo contenenti le leggi e le gesta ufficiali dello Stato romano.

L’edificio fu completato da Quinto Lutazio Catolo, Console nel 78 a.C., come parte di un programma di lavori pubblici per la riqualificazione del Campidoglio, che nell’83 a.C. aveva subito un grande incendio. Le opere sono commemorate in un’iscrizione, ancora visibile nel XV secolo ma oggi perduta, che tramandava l’antico nome dell’edificio (Tabularium). Un’iscrizione simile, sebbene più frammentata, si trova sui blocchi quadrati di tufo-pietra all’esterno del monumento, in Via di S. Pietro in Carcere. Adagiato su un alto seminterrato, sul lato della collina a livello del Foro, si trovava il vero e proprio edificio multipiano, che si affacciava sulla piazza dietro, che occupava l’area tra le due altezze del Campidoglio. Il più grande rispetto è stato tenuto per il tempio già esistente di Veiovis,

Related Post

Lo stretto corridoio al primo piano, illuminato da aperture rettangolari ricavate dal robusto seminterrato, è coperto da una galleria a volta a padiglione con grandi arcate incorniciate da elementi architettonici; la galleria è ancora visitabile ed è ben conservata. Potremmo anche supporre l’esistenza di un altro piano superiore, che probabilmente ospitava gli archivi pubblici. Una scala ripida all’interno del seminterrato, accesso a cui fu successivamente sigillato a causa della sua copertura dal podio del tempio di Vespasiano e Tito, univa il livello del Foro al tempio di Veiovis, mentre una seconda scala conduceva al piano superiore del tabularium. Nel Medioevo fu costruita una fortezza sui resti del Tabularium, che in seguito fu trasformato in Palazzo Senatorio. Da allora, l’edificio è stato utilizzato per funzioni associate alla citta ‘ s amministrazione. Alcune di queste sale furono utilizzate tra il XIV e il XVII secolo per lo stoccaggio e la vendita di sale, mentre altre aree furono utilizzate come celle di prigione fino alla metà del XIX secolo.

Mura, strade e case
Le mura che circondano la cosiddetta città serviana probabilmente correvano in cima alla collina nel suo settore nord-occidentale vicino a Campus Martius, salendo dal Foro Boario vicino al Tevere e correndo verso il Quirinale lungo la sella in cui Traiano successivamente tagliò in per costruire il proprio forum.

Resti della prima cinta muraria del cappellaccio del VI secolo a.C. e di blocchi di tufo-pietra di Grotta Oscura della fase del IV secolo a.C. sono stati scoperti in diversi luoghi. I nomi di tre porte in questa sezione delle mura della città ci sono stati tramandati, sebbene la loro posizione esatta non sia affatto chiara: Porta Carmentalis (vicino al Tevere), Porta Flumentana (forse vicino al Campus Martius) e Porta Ratumena (vicino il Quirinale).

Il Clivus Capitolinus si arrampicò sul Capitolino dal Foro Romano; questa era la via principale utilizzata per le parate trionfali dai generali vittoriosi diretti al Tempio di Giove sul Campidoglio. La parte inferiore ha iniziato il suo percorso vicino al Tempio di Saturno – parte della sezione centrale è ancora utilizzata dal traffico e unisce il Foro Romano al Campidoglio. Sono stati trovati i resti della strada che saliva dal Campus Martius nella profonda valle tra le due altezze del Campidoglio. Era fiancheggiata da edifici in mattoni e tufo-pietra con mensole in marmo di travertino che sorreggono i balconi, i resti di alcuni dei quali sono ancora conservati sotto la piazza stessa. Altri posti sulla collina potevano essere raggiunti solo da rampe di scale: Centum gradus, Gradus Monetae e Scalae Gemoniae.

Numerosi edifici residenziali sorsero attorno al Campidoglio durante l’Età Imperiale, in particolare sul lato nord-occidentale e sui pendii, come si può vedere dal blocco di 5 piani (insula) risalente al II secolo d.C. che può ancora essere visto vicino ai gradini dell’Aracoeli.

Storia medievale
La chiesa di Santa Maria in Aracoeli è adiacente alla piazza, situata vicino al punto in cui sorgeva l’antica arx, o cittadella, in cima alla collina. Alla sua base si trovano i resti di un’insula romana, con più di quattro piani visibili dalla strada.

Nel Medioevo, la sacra funzione della collina fu oscurata dal suo altro ruolo di centro del governo civico di Roma, rianimato come comune nel 12 ° secolo. Il governo della città doveva ora essere saldamente sotto il controllo papale, ma il Campidoglio era teatro di movimenti di resistenza urbana, come le scene drammatiche della rinascita repubblica di Cola di Rienzo. Nel 1144, una rivolta dei cittadini contro l’autorità del Papa e dei nobili portò un senatore a prendere la sua residenza ufficiale sul Campidoglio. Il nuovo palazzo del senatore voltò le spalle all’antico foro, iniziando il cambiamento di orientamento sulla collina che Michelangelo avrebbe in seguito accentuato. Davanti al palazzo del senatore era disposta una piccola piazza, destinata a scopi comuni. A metà del XIV secolo, la corte di giustizia delle corporazioni fu costruita all’estremità meridionale della piazza. Questo in seguito avrebbe ospitato i Conservatori nel 15 ° secolo. Di conseguenza, la piazza era già circondata da edifici dal XVI secolo.

Michelangelo
Il progetto esistente di Piazza del Campidoglio e dei palazzi circostanti fu creato dall’artista e architetto rinascimentale Michelangelo Buonarroti nel 1536-1546. Al culmine della sua fama, fu commissionato dal papa Paolo III Farnese, che voleva un simbolo della nuova Roma per impressionare Carlo V, che era previsto nel 1538. Ciò gli offrì l’opportunità di costruire una monumentale piazza civica per un maggiore città e per ristabilire la grandiosità di Roma.

I primi progetti di Michelangelo per la piazza e la ristrutturazione dei palazzi circostanti risalgono al 1536. Il suo piano era formidabilmente esteso. Ha accentuato l’inversione dell’orientamento classico del Campidoglio, con un gesto simbolico che ha rivolto il centro civico di Roma ad affrontare il Foro Romano e invece in direzione della Roma papale e della chiesa cristiana sotto forma di Basilica di San Pietro. Questa svolta a semicerchio può anche essere vista come il desiderio di Michelangelo di rivolgersi alla nuova sezione in via di sviluppo della città piuttosto che alle antiche rovine del passato. Una statua equestre di Marco Aurelio doveva trovarsi al centro della piazza, in un campo ovale lastricato.

Il Palazzo del Senatore doveva essere restaurato con una doppia scala esterna e il campanile si spostava sull’asse centrale del palazzo. Anche il Palazzo dei Conservatori doveva essere restaurato e un nuovo edificio, il cosiddetto Palazzo Nuovo, costruito nella stessa angolazione sul lato nord della piazza per compensare i Conservatori, creando una piazza trapezoidale. Un muro e una balaustra dovevano essere costruiti nella parte anteriore della piazza, dandole una ferma delineazione sul lato rivolto verso la città. Infine, una rampa di scale doveva condurre alla piazza chiusa dal basso, accentuando ulteriormente l’asse centrale.

La sequenza, piazza Cordonata e il palazzo centrale sono la prima introduzione urbana del “culto dell’asse” che doveva occupare i piani del giardino italiano e raggiungere la realizzazione in Francia.

L’esecuzione del progetto fu lenta: poco fu effettivamente completato nella vita di Michelangelo (la Cordonata Capitolina non era in atto quando arrivò l’Imperatore Carlo, e il partito imperiale dovette arrampicarsi sul pendio dal Foro per vedere i lavori in corso), ma i lavori continuarono fedelmente ai suoi progetti e il Campidoglio fu completato nel 17 ° secolo, ad eccezione del progetto di pavimentazione, che doveva essere completato tre secoli dopo.

Piazza
La veduta dall’alto dell’incisione di Étienne Dupérac mostra la soluzione di Michelangelo ai problemi dello spazio in Piazza del Campidoglio. Anche con le loro nuove facciate centrate sul nuovo palazzo sul retro, lo spazio era un trapezio e le facciate non si fronteggiavano esattamente. Peggio ancora, l’intero sito è inclinato (a sinistra nell’incisione). La soluzione di Michelangelo fu radicale.

I tre palazzi ristrutturati racchiudono un armonioso spazio trapezoidale, avvicinato dalla scala a gradini chiamata cordonata. La rampa a gradini della cordonata doveva, come una scala mobile a movimento lento, sollevare i suoi visitatori verso il cielo e depositarli sulla soglia dell’autorità municipale. La forma ovale unita al motivo a rombi al suo interno era un gioco delle precedenti geometrie rinascimentali del cerchio e del quadrato. Il design del travertino incastonato nella pavimentazione è perfettamente livellato: intorno al suo perimetro, sorgono gradini bassi che muoiono nella pavimentazione quando la pendenza lo richiede.

Il suo centro sgorga leggermente, così che si sente che si trova sul segmento esposto di un uovo gigantesco quasi sepolto al centro della città al centro del mondo, come ha sottolineato lo storico di Michelangelo Charles de Tolnay. Una stella a dodici punte intrecciata fa un sottile riferimento alle costellazioni, ruotando attorno a questo spazio chiamato Caput mundi, latino per “capo del mondo”. Questo progetto di pavimentazione non fu mai eseguito dai papi, che potrebbero aver rilevato un sottotesto di importanza non cristiana, ma Benito Mussolini ordinò che la pavimentazione fosse completata su progetto di Michelangelo nel 1940.

Michelangelo guardò al centro per trovare una soluzione al disturbo capitolino. La statua ha fornito un centro e un focus. Gli edifici hanno definito lo spazio, ed è questo spazio, così come gli edifici, che è l’impressionante realizzazione del complesso Capitolino. È una gigantesca sala all’aperto, una piazza chiusa e protetta ma aperta al cielo e accessibile attraverso cinque aperture simmetriche. Assialità e simmetria governano tutte le parti del Campidoglio. L’aspetto della piazza che lo rende immediatamente evidente è la statua centrale, con il modello di pavimentazione che dirige gli occhi dei visitatori alla sua base. Michelangelo diede anche al medievale Palazzo del Senatore un campanile centrale, una facciata rinnovata e una grande scala esterna divisa. Ha progettato una nuova facciata per il colonnato Palazzo dei Conservatori e ha progettato una struttura identica, il Palazzo Nuovo, per il lato opposto della piazza. Sul lato stretto del piano trapezoidale, estese l’asse centrale con una magnifica scala per collegare la collina con la città sottostante.

Marco Aurelio
Nel mezzo, e non per i gusti di Michelangelo, sorgeva l’originale statua equestre dell’imperatore Marco Aurelio. Michelangelo fornì un piedistallo senza pretese. La scultura fu tenuta in considerazione perché si pensava che raffigurasse l’imperatore Costantino, il primo imperatore cristiano. Il bronzo ora in posizione è una copia moderna; l’originale è nel vicino Palazzo dei Conservatori.

Palazzi
Fornì nuovi fronti ai due edifici ufficiali del governo civile di Roma, il Palazzo dei Conservatori, il Senatorio e infine il Nuovo. Michelangelo progettò una nuova facciata per il fatiscente Palazzo dei Conservatori e progettò il Palazzo Nuovo come complemento a specchio, fornendo così equilibrio e coerenza all’insieme sfilacciato delle strutture esistenti. La costruzione di questi due edifici fu effettuata dopo la sua morte sotto la supervisione di Tommaso Cavalieri. L’unico motivo ad arco dell’intero design Campidoglio sono i frontoni segmentali sopra le loro finestre, che danno una leggera molla al bilanciamento verticale-orizzontale completamente angolare del design. I tre palazzi ora ospitano i Musei Capitolini.

Palazzo Caffarelli Clementino
Adiacente e che ora funge da annesso al Palazzo dei Conservatori è il Palazzo Caffarelli Clementino; qui si svolgono mostre a breve termine. Il palazzo fu costruito tra il 1576 e il 1583 da Gregorio Canonico per Gian Pietro Caffarelli II. Fino alla fine della prima guerra mondiale, il palazzo fu l’ambasciata tedesca a Roma. A seguito della guerra, fu rivendicato dal Comune di Roma, che demolì una larga parte dell’ala est del palazzo per creare la Terrazza Caffarelli.

Palazzo dei Conservatori
Il Palazzo dei Conservatori (“palazzo dei Conservatori”) fu costruito nel Medioevo per i magistrati locali (chiamati “Conservatori di Roma”) sulla cima di un tempio del VI secolo a.C. dedicato a Giove “Massimo Capitolino”. Il rinnovamento di Michelangelo di esso incorporò il primo uso di un ordine gigante che si estendeva su due piani, qui con una serie di pilastri corinzi e colonne ioniche sussidiarie che fiancheggiavano le aperture della loggia al piano terra e le finestre del secondo piano. Il nuovo portico di Michelangelo è una reinvenzione di idee più antiche. Il portico contiene intrecci e un soffitto piano a cassettoni. Le entablature poggiano su colonne poste nella parte anteriore di ogni vano, mentre le semicolonne corrispondenti si trovano contro la parete posteriore. Ogni pilastro forma un’unità composta con il molo e la colonna su entrambi i lati di esso. Colossali pilastri posti su grandi basi si uniscono al portico e al piano superiore. Tutte le finestre sono ricoperte da frontoni segmentali. Una balaustra che fiancheggia il tetto sottolinea l’enorme orizzontalità dell’insieme contro il quale le linee verticali degli ordini si alzano in maestoso contrasto. La verticalità dell’ordine colossale crea la sensazione di uno spazio autonomo mentre l’orizzontalità delle intrecci e delle balaustre enfatizza l’asse longitudinale della piazza.

La facciata del palazzo fu rinnovata da Michelangelo nel 1530 e successivamente più volte numerose volte. A Roma il portico del Palazzo dei Conservatori ospitava gli uffici di varie corporazioni. Qui furono giudicate le controversie che insorgevano nella transazione commerciale, a meno che non fossero sufficientemente importanti per andare davanti a un tribunale comunale, come quello dei conservatori. Era un luogo naturale per tale attività. Fino al 1470 il mercato principale della città si teneva sopra e intorno al campidoglio, mentre il bestiame continuava ad essere tassato e venduto nell’antico foro situato appena a sud.

Palazzo Senatorio
Costruito tra il XIII e il XIV secolo, il Palazzo Senatorio (“Palazzo senatoriale”) sorge in cima al Tabularium, che un tempo ospitava gli archivi dell’antica Roma. I blocchi di Peperino del Tabularium furono riutilizzati nella parte sinistra del palazzo e in un angolo del campanile. Oggi ospita il municipio romano, dopo essere stato convertito in residenza da Giovanni Battista Piranesi per il senatore Abbondio Rezzonico nel 18 ° secolo. La sua doppia rampa di scale fu progettata da Michelangelo. Questa doppia scala per il palazzo sostituiva la vecchia rampa di scale e la loggia a due piani, che si trovava sul lato destro del palazzo. La scala non può essere vista solo in termini dell’edificio a cui appartiene, ma deve essere impostata nel contesto della piazza nel suo insieme. I gradini, a partire dal centro di ogni ala, spostarsi delicatamente verso l’alto fino a raggiungere l’angolo interno, livellare e retrocedere verso la superficie principale della facciata. Quindi continuano una ininterrotta maestosità l’uno verso l’altro, convergendo sulla porta centrale del secondo piano.

Questa interruzione della linea diagonale e il breve cambio di direzione verso l’interno assorbe entrambi l’asse centrale e collega i due lati. La fontana di fronte alla scala presenta le divinità fluviali del Tevere e del Nilo e Dea Roma (Minerva). La parte superiore della facciata fu progettata da Michelangelo con colossali lesene corinzie in armonia con gli altri due edifici. Il suo campanile fu progettato da Martino Longhi il Vecchio e costruito tra il 1578 e il 1582. La sua attuale facciata fu costruita da Giacomo della Porta e Girolamo Rainaldi.

Palazzo Nuovo
Per chiudere la simmetria della piazza e coprire la torre dell’Aracoeli, il Palazzo Nuovo, o “Nuovo palazzo”, fu costruito nel 1603, terminato nel 1654, e aperto al pubblico nel 1734. La sua facciata si duplica a quella del Palazzo dei Conservatori. In altre parole, è una copia identica fatta usando il progetto di Michelangelo quando ha ridisegnato il Palazzo dei Conservatori un secolo prima.

Balaustra
Una balaustra, punteggiata da sculture in cima ai pilastri giganti, ha ricoperto la composizione, uno dei disegni più influenti di Michelangelo. Le due enormi statue antiche di Castore e Polluce che decorano le balaustre non sono le stesse di quelle poste da Michelangelo, che ora si trovano di fronte al Palazzo del Quirinale.

Cordonata
Accanto alle scale più vecchie e molto più ripide che conducono agli Aracoeli, Michelangelo escogitò una monumentale scala a rampe larghe, la cordonata, salendo gradualmente la collina per raggiungere la piazza alta, in modo che il Campidoglio volutamente voltasse le spalle al Foro Romano che aveva una volta comandato. Fu costruito per essere abbastanza largo da consentire ai cavalieri di salire sulla collina senza scendere. Le ringhiere sono sormontate dalle statue di due leoni egiziani in basalto nero alla base e dalle rappresentazioni in marmo di Castore e Polluce nella parte superiore.

Influenza
Influenzato dall’architettura romana e dai tempi repubblicani romani, la parola Capitolium vive ancora nella parola inglese capitol. Il Capitol Hill a Washington, DC è ampiamente considerato come il nome del Capitoline Hill.

Musei Capitolini
I Musei Capitolini risalgono al 1471, quando Papa Sisto IV donò al popolo di Roma un gruppo di statue in bronzo che fino ad allora erano state conservate in Laterano. Queste statue costituivano la sua collezione di base originale. Vari papi hanno successivamente ampliato la collezione con opere tratte da scavi intorno a Roma; alcuni furono trasferiti dal Vaticano, altri, come la collezione Albani, furono acquistati appositamente per il museo. Intorno alla metà del XVIII secolo, Papa Benedetto XIV creò una galleria di immagini. Una considerevole quantità di materiale archeologico fu aggiunta alla fine del diciannovesimo secolo quando Roma divenne la capitale d’Italia e furono condotti nuovi scavi mentre furono creati due distretti completamente nuovi per la città in espansione.

Le collezioni dei Musei sono esposte nei due dei tre edifici che racchiudono insieme Piazza del Campidoglio: Palazzo dei Conservatori e Palazzo Nuovo, il terzo è il Palazzo Senatorio. Questi due edifici sono collegati da un tunnel sotterraneo, che contiene la Galleria Lapidaria e conduce all’antico Tabularium, i cui archi monumentali si affacciano sul Foro.

Il Palazzo Nuovo ospita le collezioni di sculture antiche realizzate dalle grandi famiglie nobili del passato. La loro affascinante disposizione è rimasta sostanzialmente invariata dal XVIII secolo. Includono le famose collezioni di busti di filosofi e imperatori romani, la statua della Gallia Capitolina, la Venere Capitolina e l’imponente statua di Marforio che domina il cortile.

L’Appartamento dei Conservatori contiene il nucleo architettonico originale dell’edificio, decorato con splendidi affreschi che ritraggono la storia di Roma. Gli antichi bronzi Capitolini esposti qui aggiungono alla nobile atmosfera: la Lupa Capitolina, Spinario e il Bruto Capitolino.

Al primo piano del palazzo, un’enorme sala vetrata, di recente costruzione, contiene la statua equestre di Marco Aurelio, che un tempo sorgeva in Piazza del Campidoglio, e gli imponenti resti del Tempio di Giove Capitolino. Una sezione è anche dedicata alla parte più antica della storia del Campidoglio, dalla sua prima abitazione fino alla costruzione dell’edificio sacro, mostrando i risultati di recenti scavi. Le sale che si affacciano sulla sala contengono opere degli Horti dell’Esquilino; la sala che collega la stanza agli appartamenti del Palazzo dei Conservatori contiene la collezione Castellani, testimonianza delle pratiche di raccolta del XIX secolo.

Al secondo piano, la Pinacoteca Capitolina contiene molte opere importanti, disposte in ordine cronologico dalla tarda epoca medievale al XVIII secolo. La collezione comprende dipinti di Caravaggio (Buona fortuna e San Giovanni Battista), un’imponente tela di Guercino (Sepoltura di Santa Petronilla) e numerosi dipinti di Guido Reni e Pietro da Cortona.

Il Palazzo Caffarelli-Clementino ospita la collezione numismatica, nota come il Medagliere Capitolino. In mostra molte monete rare, medaglie, gemme e gioielli, nonché un’area dedicata alle mostre temporanee.

Share