La grande sala, derivata dal precedente del vecchio teatro mediceo, conserva la copertina originale. È uno dei più famosi della galleria, poiché ospita alcuni dei capolavori del Rinascimento realizzati negli ultimi decenni del Quattrocento.

Sala 10-14 Botticelli
La sala Botticelli, vasta per l’unificazione delle sale 10-14, raccoglie la migliore collezione nel mondo delle opere del maestro Sandro Botticelli, tra cui il suo capolavoro, la Primavera e la famosa Nascita di Venere, due opere emblematiche della sofisticata cultura neoplatonica sviluppato a Firenze nella seconda metà del XV secolo. Queste opere furono realizzate negli anni ottanta del Quattrocento e sono le prime grandi opere al tema profano del Rinascimento italiano. Furono dipinti per Lorenzo de ‘Medici (non Lorenzo il Magnifico, ma suo cugino che viveva nella Villa di Careggi, con il quale, tra le altre cose, non aveva sangue buono).

In questa sala è possibile ripercorrere l’intera evoluzione pittorica del maestro, con la graziosa Madonna nella gloria dei serafini e la Madonna del Roseto, opere più giovanili ancora legate allo stile di Filippo Lippi e Verrocchio, al Ritratto di un uomo con una medaglia di Cosimo il Vecchio (1475), dove esiste già una maturazione dello stile probabilmente legata allo studio del realismo delle opere fiamminghe, a opere mitologiche, come la commovente Pallade e il Centauro, allegoria di istinti umani divisi tra ragione e impulsività, ma guidata dalla saggezza divina.

Tra le quindici opere di Sandro Botticelli le più note sono La primavera e La nascita di Venere, i primi dipinti di tema profano di grandi dimensioni del Rinascimento italiano, che testimoniano il clima culturale di Firenze al tempo di Lorenzo il Magnifico.

Di straordinaria intensità sono anche i suoi dipinti di temi sacri come la Pala d’altare di San Bernabè o la meravigliosa Vergine del Magnificat.

All’avvicinarsi del sedicesimo secolo, l’ondata reazionaria ultra-religiosa di Girolamo Savonarola iniziò a diventare sempre più pressante nella società fiorentina e questo si manifesta più o meno gradualmente in tutti gli artisti del tempo. Anche Botticelli, dopo un’opera sontuosa come la Madonna del Magnificat, ha iniziato ad adottare uno stile più libero, liberato dalla chiarezza geometrica del primo Quattrocento (Madonna della Melograna, Pala di San Barnaba), con alcuni esperimenti arcaici come l’incoronazione della Vergine dove il maestro torna sullo sfondo dorato in una scena sembra ispirato alla lettura di Dante. Il periodo più oscuro della predicazione del Savonarol porta nella sua pittura un vento definitivo di misticismo pessimista: la Calunnia (1495) simboleggia il fallimento dell’ottimismo dello spirito umanista, con l’osservazione della bassezza umana e la retrocessione della verità.

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Ma questa sala contiene anche molti altri capolavori: la posizione del Trittico Portinari, un’opera fiamminga di Hugo van der Goes risalente al 1475 circa, portata da un banchiere della compagnia medicea di Bruges nel 1483, che con la sua estraneità formale verso le opere circostanti , è particolarmente adatto. bene fa l’effetto della meteora splendente che quest’opera aveva nei circoli artistici fiorentini della seconda metà del XV secolo. A ben guardare, però, iniziamo a cogliere le affinità con le opere realizzate in seguito, la maggiore attenzione ai dettagli, la migliore resa luministica dovuta alla pittura ad olio che i pittori fiorentini tentarono di imitare, copiando anche alcuni elementi dell’opera fiamminga, come i chiari tributi di Domenico Ghirlandaio nella sua analoga Adorazione dei pastori nella Basilica di Santa Trinita.

Un’altra opera fiamminga è la Deposizione nel sepolcro di Rogier van der Weyden (1450 circa), con la composizione tratta da un pannello del Beato Angelico, che testimonia gli scambi reciproci tra maestri fiamminghi e fiorentini.

L’influenza delle culture nordiche è anche nota in Domenico Ghirlandaio, che è rappresentato da tre dipinti in questa sala.

Galleria degli Uffizi

La Galleria occupa interamente il primo e secondo piano del grande edificio costruito tra il 1560 e il 1580 su progetto di Giorgio Vasari. È famoso in tutto il mondo per le sue eccezionali collezioni di sculture e dipinti antichi (dal Medioevo al periodo moderno). Le collezioni di dipinti del periodo trecentesco e rinascimentale comprendono alcuni capolavori assoluti: Giotto, Simone Martini, Piero della Francesca, Beato Angelico, Filippo Lippi, Botticelli, Mantegna, Correggio, Leonardo, Raffaello, Michelangelo e Caravaggio, oltre a molti opere preziose di pittori europei (principalmente tedeschi, olandesi e fiamminghi).

Inoltre, la Galleria vanta una preziosa collezione di statue antiche e busti della famiglia Medici, che adorna i corridoi e consiste in antiche copie romane di sculture greche perse.

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