Pittura all-over

La pittura integrale si riferisce al trattamento non differenziale della superficie di un’opera d’arte bidimensionale, ad esempio una pittura. Questo concetto è popolarmente considerato emergente in relazione ai cosiddetti dipinti “a goccia” di Jackson Pollock e alla “scrittura automatica” o “calligrafia astratta” di Mark Tobey negli anni ’50, sebbene l’applicabilità del termine all-over la pittura sarebbe più ampia di così. “Pittura all-over” non è uno stile formale di pittura e il termine non rappresenta un “movimento artistico”. Alcuni dipinti sotto la pittura del campo colore dell’intestazione mostrano lo stile di pittura “all-over”. Un tale dipinto non tratterà la parte superiore, ad esempio, diversamente dalla parte inferiore; la sinistra rispetto alla destra. Il trattamento uniforme di tutte le sezioni della superficie è il segno distintivo della pittura all-over. I dipinti all-over sarebbero privi di un punto di interesse dominante, o di qualsiasi indicazione su quale sia la “direzione”. Ad alcuni dipinti di Cy Twombly è stato applicato questo termine.

Clemente Greenberg ha citato Janet Sobel come il primo esempio di pittura all-over che aveva visto.

L’all-over è una pratica emersa nella pittura fino al 1948, che consiste nel distribuire elementi pittorici più o meno uniformi su tutta la superficie del tavolo; questo sembra quindi estendersi oltre i bordi, il che elimina il problema del campo.

Ogni pennellata annulla la precedente e la sua relazione con la superficie dello sfondo. Questa tecnica fu inventata da Janet Sobel (1894-1968), un pittore americano di origine ucraina. Jackson Pollock ha visto le sue opere esposte nel 1944 alla galleria Art of This Century, e ne è stata ispirata per creare i propri sgocciolamenti, nel 1945. A suo modo, che doveva dipingere una tela sparsa sul terreno, non ha mai visto composizione in modo globale. Pertanto, l’unico modo per ripristinare l’unità era per lui di diffondere la vernice ovunque, in modo uniforme. Nel suo caso, ha usato bastoncini e vernice industriale, che ha diffuso con gesti ampi, ma controllati. Il risultato è pura astrazione nello spazio pittorico.

Esistono diversi tipi di all-over:
il ripetitivo – la stessa forma si ripete – come nei pittori Joan Mitchell, Lee Krasner, Willem de Kooning, Claude Viallat o Louis Cane;
uno in cui la parte è auto-simile al tutto, ad esempio a Jackson Pollock o Larry Poons.

Clemente Greenberg basa l’inclinazione della pittura a cavalletto sull’introduzione della pittura integrale nella sua opera Arte e cultura. Saggi critici, pubblicati nel 1961: definisce così la crisi della pittura a cavalletto.

Dipingendo a terra un dipinto senza spigoli o centro, Pollock prende in prestito questo disegno rivoluzionario dalle Ninfee di Claude Monet, una serie di tele impressioniste.

In Andelot in montagna e nel resto della Franca Contea, l’artista Marcel Barbeau, firmatario di Refus Global, è considerato il primo pittore ad aver praticato questa tecnica che oggi è rivendicata in Francia da Dominique De Beir.